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Docenti precari: oltre i 230mila i contratti a termine, per alcuni si va verso i 300mila. La stabilizzazione è un dovere ed è una necessità, che purtroppo si allontana e resta una grande piaga...

"In dieci anni i docenti precari sono più che raddoppiati passando da 100.277 contratti a termine a 232.472, nonostante il continuo susseguirsi ... "

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Il ricorso ai contratti a tempo determinato nella scuola italiana sta diventando la regola, assimilabile a “un’emergenza sociale”, come evidenziano i dati diffusi dal ministero dell’Istruzione e del Merito sul precariato scolastico nel 2023-24. In dieci anni, dal 2015 al 2024, i docenti precari sono più che raddoppiati passando da 100.277 contratti a termine a 232.472, nonostante il continuo susseguirsi di concorsi ordinari, straordinari, Stem e Pnrr. In sostanza, circa un lavoratore su cinque ha un contratto a tempo determinato!

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Ciò evidenzia  come il sistema di reclutamento sia inefficace, soggetto a continui cambiamenti che generano confusione e incertezze, distante dalle effettive esigenze della scuola, e insensibile alla continuità didattica e alla stabilità lavorativa di migliaia di professionisti.

L’Italia non investe per stabilizzare gli insegnanti, anche contravvenendo le disposizioni dell’Unione europea, in particolare la direttiva 1999/70/CE sul lavoro a tempo determinato, che impone agli Stati membri misure efficaci contro l’abuso di contratti a termine, e la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 26 novembre 2014 che ha dichiarato illegittima la reiterazione dei contratti oltre i 36 mesi. Inoltre, il D.L. 131/2024 (“Salva infrazioni”) si limita a rafforzare gli indennizzi, senza affrontare il nodo del reclutamento né ridurre realmente il precariato.


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Il Comitato Precari Uniti per la Scuola e l’avvocato Maria Rosaria Altieri hanno presentato la petizione n. 1264/2024, attualmente aperta, per chiedere l’attuazione delle direttive europee in materia di contratti e professioni regolamentate.

L’europarlamentare Onorevole Valentina Palmisano, The Left group in the European Parliament - GUE/NGL, ha ulteriormente interessato le istituzioni europee, presentando un’interrogazione alla Commissione europea, con la quale si chiede se, a fronte della situazione estremamente critica dei precari italiani, la Commissione intenda adottare linee guida vincolanti per impedire nuovi abusi nei confronti dei precari scolastici italiani, se il D.L. 131/2024 possa essere ritenuto conforme alla direttiva 1999/70/CE, se conferma che l’Italia può usare il doppio canale per le assunzioni sul sostegno, ma non per i posti comuni, e che tale vincolo è effettivamente imposto dall’UE.

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Nella sua risposta la Commissione ricorda che la direttiva 1999/70/CE impone agli Stati membri di adottare provvedimenti efficaci volti a prevenire l’utilizzo abusivo di una successione di contratti di lavoro a tempo determinato, ma lascia agli Stati membri un certo margine di discrezionalità per quanto riguarda le modalità di conseguimento di tale obiettivo. I trattati non conferiscono all’UE la competenza di adottare orientamenti vincolanti su come prevenire l’abuso di questo tipo di contratto nel sistema scolastico italiano.

La Commissione, inoltre, sta monitorando, nel contesto della procedura di infrazione INFR(2014)4231, gli effetti pratici delle recenti modifiche legislative e delle misure di assunzione mirate a rispettare le riforme e gli obiettivi stabiliti in materia nel Programma Nazionale per la Ripresa e la Resilienza.


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Infine, la Commissione osserva che il diritto dell’UE non disciplina i sistemi di assunzione, che gli Stati membri possono scegliere di applicare a posizioni permanenti o di sostegno. Il sistema di assunzione dei docenti rimane di competenza dello Stato membro, in linea con il principio di sussidiarietà. 

Ci sembra chiaro che l’Europa rimandi all’Italia la scelta di un sistema di reclutamento volto a evitare la reiterazione di contratti a termine. Pertanto dalle risposte, a dispetto dei proclami di qualche esponente della maggioranza del governo italiano, non risulta né che l’Europa obblighi l’Italia a effettuare assunzioni da prima fascia GPS solo su sostegno, né che vieti, quindi, quelle su posto comune con la stessa formula, né che siano necessarie autorizzazioni europee sulle modalità di reclutamento, tantomeno non emerge alcuna antipatia dell’Europa nei confronti di graduatorie a esaurimento per gli idonei dei concorsi ordinari PNRR.


Tant’è che, in una precedente risposta inviataci dalla Commissione UE, essa “osserva che..  assumendo nuovi insegnanti a tempo indeterminato nell’ambito del sistema riformato (PNRR), questa riforma ha il potenziale per contribuire a ridurre l’uso eccessivo di contratti a tempo determinato consecutivi nel sistema scolastico italiano”.

Vogliamo ringraziare sentitamente l’Onorevole Palmisano per il suo impegno, e rivolgiamo ancora una volta un appello al Presidente Giorgia Meloni affinché il disegno di legge S.545  sul doppio canale di reclutamento, a firma della Senatrice  Carmela Bucalo, finalizzato alla stabilizzazione del personale scolastico, appena giunto all’esame della VII Commissione Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport del Senato, sia un’occasione di collaborazione tra le forze di maggioranza e di opposizione per riconoscere il merito di tutti gli insegnanti idonei che hanno superato le prove concorsuali PNRR, scritte, orali e/o pratiche, attraverso graduatorie a esaurimento (affinché la riforma del reclutamento PNRR abbia realmente il potenziale per contribuire a ridurre l’uso eccessivo di contratti a tempo determinato)  e per valorizzare quei docenti precari che hanno maturato anni di servizio nella scuola.

( Comunicato stampa del "Comitato precari Uniti Per la Scuola" )




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