Con il nuovo Governo arrivano le proposte in favore della continuità didattica
Per garantire la continuità didattica e impedire ai docenti di fare domanda di trasferimento, giungono proposte da vari leader politici in vista dell’arrivo di un nuovo Governo.
Mario Pittoni, “Io mi sto battendo da anni contro il vincolo, ma ho sempre puntato sugli incentivi, percorsi virtuosi, per fare restare i docenti in una scuola, ma agevolando il lavoro in certi territori, magari a mille chilometri da casa, con qualche centinaio di euro in più per riuscire a sopravvivere, perché non ce la si fa. Non è solo il problema della distanza e della famiglia ma anche quello economico”.
Il discorso trova d’accordo anche Gabriele Toccafondi (Italia Viva), “Il prossimo Governo deve ragionare senza ideologia sul tema degli incentivi, perché siamo al paradosso: al centro nord c’è molta richiesta di insegnanti, al sud c’è molta offerta, ma poi il costo della vita al nord è incompatibile con il livello stipendiale di un insegnante, quindi si rinuncia all’incarico e la continuità didattica salta. Il Parlamento ultimamente in modo unanime ha votato la norma sulle piccole isole e sulle comunità montane che riconosce incentivi a chi accetta di andare in scuole difficilmente raggiungibili. Si tratta di combattere così anche la dispersione scolastica che si annida in certi territori, a beneficio degli alunni”.
Dai discorsi di alcuni leader, sembrerebbe che il nuovo Governo possa finalmente intervenire su questo tema con buone soluzioni riguardo la continuità scolastica.
Maria Grazia Frilli del dipartimento contrattazione e mobilità di Flc Cgil, aveva detto un anno fa, “Faccio notare che 12 o 13 anni fa ci si era inventati, in sede di contrattazione, il bonus di permanenza, i famosi 10 punti, sistemi incentivanti che valutavano con un punteggio aggiuntivo chi non faceva domanda di trasferimento. Un’idea che favorisce la continuità didattica, perché la continuità è doppiamente valutata nel punteggio”.
di CARLO VARALLO
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