Schettini: "Ma davvero i cotton fioc sono pericolosi per le nostre orecchie? Ecco come agire correttamente e concretamente. È una questione di fisica"
- La Redazione

- 1 ora fa
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Come pulire adeguatamente le nostre orecchie? Utilizzare i cotton fioc è davvero così pericoloso?

È molto importante prendersi cura della propria persona e l'igiene del corpo è sicuramente presupposto imprescindibile per poter agire in tale direzione.
La pulizia delle nostre orecchie, ad esempio, è un aspetto da non sottovalutare sia per gli adulti che per i bambini, così da evitare di incorrere in fastidiosissime infiammazioni o infezioni.
Ed allora come pulire adeguatamente le nostre orecchie? Utilizzare i cotton fioc è davvero così pericoloso?
Anche in tale occasione sarà utile ascoltare i preziosi consigli del Professore di fisica, Vincenzo Schettini, il quale in merito ha così dichiarato:
"Non so voi però io quando mi faccio la doccia chiaramente uso il cotton fioc per pulirmi le orecchie. Però è successa una volta una cosa bruttissima a mia suocera: si stava pulendo le orecchie con il cotton fioc, le stava cadendo il cotton fioc, lei d'istinto ha cercato con la mano di non farlo cadere, e si è fatta malissimo, le è uscito anche un poi di sangue. Ed io ho riflettuto. Quanto può essere pericoloso pulirsi le orecchie col cotton fioc? Per la fisica il cotton fioc è tutta una questione di forza esercitata su una piccolissima superficie, quindi è una questione di pressione; perché la fisica dice che la pressione è il rapporto di questa forza esercitata sulla superficie fratto la superficie stessa. Quindi che vuol dire? Quando la superficie diventa piccola, come nel caso del cotton fioc, la pressione è grande. Quando noi ci puliamo le orecchie, nel momento in cui muoviamo sta mano, facciamo un gesto, cioè esercitiamo all'improvviso una forza più grande, noi ci possiamo veramente fare male. E quindi questa storia della fisica del cotton fioc tutto sommato dà ragione ai medici quando dicono: 'Attenzione, non vi pulite le orecchie col cotton fioc'. Confermato, è vero: non è un metodo così felice, bisogna stare veramente attenti. Tra l'altro penso anche ad un'altra cosa: nel momento in cui noi puliamo col cotton fioc è vero che esercitiamo una forza, la fisica parla di rotazione perché con le dita ruotiamo il cotton fioc, ed una parte del cerume è vero la rimuoviamo, però una parte resta dentro."
Dunque meglio evitare l'utilizzo dei cotton fioc proprio perché spesso questi ultimi contribuiscono a spingere il cerume all'interno del canale uditivo, creando fastidiosissimi tappi.
I cotton fioc, inoltre, possono creare danni sia al condotto uditivo che al timpano, comportando perfino la perforazione di quest'ultimo, se accidentalmente spinti troppo in fondo all’interno del condotto medesimo.
Ed allora qual è il metodo migliore per pulire correttamente le nostre orecchie dal cerume?
Basterà far entrare dell'acqua tiepida nel canale uditivo e detergerlo grazie all'ausilio delle dita, inclinando successivamente la testa per favorire la fuoriuscita dell'acqua stessa. A tal fine potremmo utilizzare del sapone neutro e poi risciacquare le orecchie. Per l'asciugatura, invece, potremo utilizzare della carta igienica oppure il lembo morbido di una asciugamano, tamponando esternamente, senza introdurli nel condotto uditivo. Sconsigliato, invece, l'utilizzo dell'aria calda del phon che potrebbe far seccare la nostra pelle. Si potrebbero, infine, utilizzare anche delle gocce utili ad ammorbidire il cerume, così permettendone più facilmente la fuoriuscita.
“La bellezza non è questione estetica, ma il risultato di un lavoro interiore lungo e difficile che spesso trova la propria configurazione in scelte diverse. Educare alla bellezza significa quindi educare a pensare «dentro», a coltivare le idee che ognuno di noi ha il diritto di esprimere liberamente. Se si nega questa possibilità, ogni bambino e bambina crescerà senza la necessaria autonomia, in quanto la libertà è funzione del pensiero e non viceversa”, in tal modo continua la sua profonda riflessione lo psichiatra.
di VALENTINA TROPEA






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