GRATTERI : “IL FUTURO NON È DEI GIOVANI”, NON POSSIAMO AUTO-ASSOLVERCI
- La Redazione
- 2 giorni fa
- Tempo di lettura: 2 min
L’appello di Gratteri alla scuola e ai giovani: solo attraverso la cultura e la coerenza si può sfuggire alle trappole di un sistema che cerca di controllare le menti...

La scuola non è solo un luogo dove si apprendono nozioni: è uno spazio vitale in cui si formano idee, si costruiscono opinioni, si coltiva la coscienza critica. È attraverso l’educazione che impariamo a leggere il mondo, a decifrarne i segnali, a non esserne travolti. Oggi più che mai serve uno sguardo lucido per riconoscere i meccanismi che tentano di trasformare i giovani in spettatori passivi del proprio destino.
A richiamare l’attenzione su questo aspetto è Nicola Gratteri, noto magistrato italiano da sempre in prima linea contro le mafie. In un incontro con gli studenti, Gratteri non addolcisce la realtà: anzi, invita i ragazzi ad aprire gli occhi, ad affilare lo sguardo. La società in cui vivranno – dice – è spietata, e nessuno li proteggerà se non la loro consapevolezza.
“La scuola è fondamentale ed è importante, sto dicendo un’ovvietà. Però non diciamo solo ‘voi siete il futuro’. Se io adulto lo dico, mi sto auto-assolvendo. Il futuro è anche di un novantenne che va a fare la spesa. Il futuro dell’umanità è nelle mani di tutti i viventi. Quando vi dicono che il futuro è vostro, spesso lo fanno per comprarvi, per corteggiarvi, per dirvi ‘state buoni’.”
Per Gratteri, il sapere è l’unico vero strumento che può rendere liberi. La conoscenza è ciò che permette ai giovani di non essere trasformati in marionette, manovrate da generazioni adulte che troppo spesso scaricano le proprie responsabilità. Bisogna iniziare subito – ammonisce – a leggere, a informarsi, a coltivare il dubbio.
“Non è vero che il vostro turno arriverà tra dieci anni. Il vostro futuro dovevate cominciare a costruirlo già ieri, con l’impegno, la coerenza, lo studio. Solo così potete acquisire gli strumenti per capire il mondo degli adulti e non farvi usare. Vi dicono che siete bravi, intelligenti, capaci. Vi stanno comprando.”
Il suo appello è diretto e urgente: i giovani devono imparare a leggere oltre le parole, a cogliere ciò che non viene detto, a sviluppare quella forma di intelligenza critica che è la base di ogni libertà autentica. Solo così potranno smascherare il potere, comprenderne le dinamiche, ed evitarne le trappole.
“Dovete imparare bene la lingua italiana, per capire cosa c’è scritto dove non è bianco. Il non detto. È lì che si annida il potere degli adulti, è lì che si decide dove sta andando il mondo.”
Per Gratteri, l’eco delle nuove generazioni ha una sola parola: conoscenza. Non c’è tempo da perdere in attese sterili. Nessuno indicherà la strada, se non loro stessi. La scuola deve formare cittadini, non sudditi; pensatori, non passivi esecutori. E i ragazzi devono metterci tutto: impegno, costanza, sete di sapere.
Perché solo chi sa, è davvero libero.
di NATALIA SESSA