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Docente aggredito da uno studente sedicenne, urge l'introduzione obbligatoria dell’educazione ai diritti umani e alla nonviolenza

"Ma lo è ancora di più quando a compierlo è un minore che evidentemente non riconosce nella figura del docente un adulto... "


Ferma condanna per il grave episodio avvenuto nei giorni scorsi in un istituto tecnico della provincia di Ravenna, dove un docente è stato aggredito fisicamente da uno studente sedicenne, colpevole - secondo il giovane - di aver vietato l’uso di una pistola ad acqua durante l’orario scolastico. Queste le parole del Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani - e ancora - non possiamo più permetterci di chiamare “bravata” ciò che è in realtà il segno di un malessere profondo.

Un’aggressione fisica a un insegnante, qualunque sia il pretesto, è un atto grave. Ma lo è ancora di più quando a compierlo è un minore che evidentemente non riconosce nella figura del docente un adulto autorevole, ma un ostacolo da abbattere. Non si tratta solo di sicurezza. Si tratta di dignità professionale, di cultura del rispetto, di educazione alla cittadinanza. Siamo davanti a un corto circuito educativo che coinvolge scuola, famiglia, comunità e istituzioni. E che, se non affrontato con coraggio e responsabilità, continuerà a ripetersi.

Il CNDDU propone al Ministero dell’Istruzione e del Merito un piano articolato di interventi immediati e strutturali:

1. Rafforzare la tutela legale della figura del docente

La dignità e la sicurezza del personale scolastico devono essere garantite da una normativa chiara, efficace e rispettata. Proponiamo:

- Riconoscimento giuridico della “funzione pubblica educativa” del docente, con

l’estensione delle tutele previste per i pubblici ufficiali anche in ambito scolastico. Leaggressioni in aula devono essere riconosciute come reati aggravati.

- Assistenza legale gratuita per i docenti vittime di aggressione, con l’impegno

dell’Amministrazione a costituirsi parte civile nei processi e a sostenere le spese

giudiziarie.

- Istituzione di una banca dati nazionale degli episodi di violenza nelle scuole, per garantire monitoraggio, trasparenza e possibilità di intervento mirato.


- Tutela contrattuale e disciplinare rafforzata, con la possibilità di sospendere o escludere dalle attività scolastiche e dagli organi collegiali le famiglie o gli studenti autori di gravi comportamenti violenti.

- Protezione dell’immagine del docente contro la diffamazione online e l’uso illecito di video o contenuti diffusi sui social, con apposite linee guida nazionali redatte in collaborazione con il Garante della Privacy.

2. Istituzione di un Osservatorio nazionale sulla violenza a scuola

Un organo indipendente e permanente per raccogliere dati, offrire supporto alle scuole e coordinare azioni preventive e repressive nei confronti degli episodi violenti.



3.Introduzione obbligatoria dell’educazione ai diritti umani e alla nonviolenza

Percorsi annuali, non episodici, strutturati in ogni ciclo scolastico, per promuovere una cultura del rispetto, della responsabilità e della legalità, con l’inserimento stabile di docenti competenti in materia.

4. Sanzioni educative efficaci e tempestive

Gli istituti devono essere messi nella condizione di applicare sanzioni coerenti, non punitive ma formative, coinvolgendo famiglie e studenti in percorsi di responsabilizzazione e mediazione gestiti con il supporto di psicologi e mediatori.

5. Formazione obbligatoria per dirigenti e consigli di istituto

Per una gestione efficace dei conflitti e dei comportamenti a rischio, è necessario che dirigenti scolastici e rappresentanti d’istituto siano formati su temi di convivenza, tutela del personale e legalità.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime piena solidarietà al collega aggredito e invita il Ministero dell’Istruzione e del Merito a non limitarsi a esprimere sdegno: servono misure strutturali. Serve un’alleanza educativa forte tra scuola e società, fondata sul rispetto dei ruoli e sulla promozione attiva della cultura dei diritti e dei doveri. La scuola italiana ha bisogno di protezione, rispetto e consapevolezza. I docenti non possono essere lasciati soli, né trattati come figure sacrificabili in un sistema che abdica al proprio dovere educativo. E la scuola non può essere il luogo dove si impara che la violenza ha sempre l’ultima parola.


di NATALIA SESSA



EDUCAZIONE
E CULTURA

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