Crepet: è necessario infondere nei giovani la necessità di elevarsi e per farlo devono abituarsi all’idea di scegliere il proprio destino, di costruirlo, essendo fuori dal coro, inseguendo un'eresia
- La Redazione
- 16 apr
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Aggiornamento: 18 apr
Le nuove generazioni saranno in grado di innovare, distinguendosi dall’ovvio, dallo scontato, guardando sempre oltre l’orizzonte, ricercando una felicità…

Poter scorgere tra la folla giovani ribelli, inquieti ed irriverenti appare oggi più che mai estremamente difficile e complicato, alla luce di una società estremamente omologata che predilige il consenso e l’approvazione altrui, perché per poter essere accettati occorre conformarsi a tutti gli altri senza possibilità alcuna di differenziarsi, senza poter esprimere realmente il proprio pensiero, ma anzi trascurando la propria reale identità e personalità.
Ecco allora che un insegnamento fondamentale per le nuove generazioni potrebbe racchiudersi in una parola pregna di significato: «eresia».
“Già l’etimo aiuta. Viene da hairesis, che in realtà è una parola costruita sul verbo hairein, che nell’antica lingua greca significava «prendere» una cosa togliendola dal luogo in cui si trovava, quindi, in ultima analisi, vuole dire «scegliere». Dunque l’eretico non è colui che profana, né l’eresia un atto necessariamente iconoclastico. Il suo significato più profondo è salvare se stessi scegliendo di non essere preda di altri”, in tal modo il sociologo e psichiatra Paolo Crepet inizia la sua disamina in merito.
Eresia, pertanto, intesa come l’arte di sollevarsi, di distinguersi dall’ovvio, dallo scontato, dal «politicamente corretto», così come ci spiega ben dettagliatamente lo psichiatra.
Proprio per tale motivo sarebbe necessario che si insegnasse ai giovani ad inseguire un’eresia, ovvero instillare in loro la necessità di elevarsi, e per farlo devono abituarsi all’idea di scegliere il proprio destino, di costruirlo al di là dell’opinione altrui.
Gli eretici nella storia sono stati perseguitati, puniti, esiliati, ma non erano sovversivi ma solo maestri di dignità.
Ecco allora l’importanza di una gioventù eretica capace di esprimere idee anche irriverenti, dotata di un’intelligenza creativa e di un’attitudine alla visione, libera di essere fuori dal coro, non superficiale e conformista ma in grado di elevarsi, costruendo il proprio futuro, plasmandolo personalmente senza intermediari, assumendosi la responsabilità delle proprie scelte, inseguendo le proprie passioni ed i propri sogni senza mai arrendersi ma anzi lottando per realizzare gli obiettivi predeterminati.
Alla luce di tale prospettiva le nuove generazioni saranno in grado di innovare, distinguendosi dall’ovvio, dallo scontato, guardando sempre oltre l’orizzonte, ricercando una felicità duratura e non effimera, perché il presente spesso troppo rassicurante non basta ed il futuro, anche se non alla portata di mano, consente di sperimentare, di mettersi alla prova, aspirando a qualcosa di nuovo, perché togliere ogni scalino impigrisce, appiattisce e banalizza; non più indifferenza ed anestesia emotiva ma fermento, desiderio di cambiamento, riscoprendo curiosità e creatività, ambizione e passione, valori imprescindibili per la propria autorealizzazione, facendo rifiorire un’identità ben definita ed il proprio talento.
di VALENTINA TROPEA