La MATTEL pone l’ inclusività al centro
Porre l’ inclusività al centro, è secondo questo principio che l’ azienda di giocattoli statunitense MATTEL, in collaborazione con la National Down Syndrome Society, ha progettato la nuovissima bambola Barbie: bella, sorridente e con la sindrome di down.
Sulla pagina ufficiale della Barbie si legge: “Con una struttura più corta, un viso più rotondo, lineamenti più piccoli e palmi con una sola linea, questa bambola presenta una nuova forma e dettagli che illustrano le caratteristiche comuni delle ragazze con sindrome di Down. Vestita con i colori e i simboli della comunità, indossa plantari abbinati alla caviglia e una collana a zig zag che rappresenta le tre copie del 21° cromosoma che determinano le caratteristiche associate alla sindrome di Down”.
"È uscita la Barbie con sindrome di Down e, come spesso accade in questi casi, l’opinione pubblica si è divisa.
È “disability washing”?
No, perché per progettare questa Barbie, la Mattel ha lavorato direttamente con l’associazione americana National Down Sindrome Society, coinvolgendo i diretti interessati.
Quella di Mattel è una scelta “politica” e dovrebbero essercene molte di più, per non far sentire sole alcune persone solo perché ritenute divergenti in qualcosa da una società spesso distratta, o peggio, egoista.
E chi se ne importa se questo possa arrecare alle aziende un qualche profitto, economico o di immagine, se tutto ciò fa del bene a qualcuno!
Ditemi voi cosa può esserci di sbagliato in tutto questo.
Di certo, non per quei bambini che non avranno bisogno di un libretto di istruzioni per comprendere come si deve giocare con la Barbie con sindrome di Down, rapportandosi esattamente come farebbero con tutte le altre bambole, in modo spontaneo.
Proprio come dovrebbe essere sempre”. Questo il pensiero di un papà di una ragazza down sulla pagina Facebook “Vorrei prendere il treno”.
di ISABELLA CASTAGNA
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