Allarme educativo e sociale nei minori:13 misure cautelari per gravi reati legati al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. La scuola deve essere messa nelle condizioni di agire con tempestività
- La Redazione
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"Il coinvolgimento di minori in un simile contesto criminale non può essere ridotto a una semplice nota di cronaca..."

Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani esprime profonda preoccupazione per quanto emerso dall’operazione condotta dai Carabinieri della compagnia di Frascati, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, che ha portato nella giornata del 10 giugno all’esecuzione di 13 misure cautelari (8 in carcere e 5 agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico) per gravi reati legati al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.
Particolarmente inquietante è il fatto che l’organizzazione criminale operante in vari quartieri della Capitale, tra cui Tor Bella Monaca, Borghesiana, Finocchio, Fidene e Spinaceto, abbia coinvolto attivamente minori nelle proprie attività illecite. Un dato che rappresenta non solo un fallimento della rete di protezione educativa e sociale, ma anche una ferita profonda ai principi fondamentali della convivenza civile e del rispetto dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. L’impiego di giovani in attività criminali – aggravato dalla funzione strutturata e tecnologicamente sofisticata del sodalizio, che utilizzava persino un sistema a “token” per lo scambio della droga – dimostra la capacità delle organizzazioni di infiltrarsi nelle maglie più fragili del tessuto sociale, facendo leva su disagio, povertà educativa, esclusione e mancanza di alternative. La scuola, presidio fondamentale di legalità e promozione dei diritti umani, deve essere messa nelle condizioni di agire con maggiore efficacia e tempestività.
È urgente un investimento concreto in progetti di prevenzione, educazione alla legalità, contrasto alla dispersione scolastica, supporto psicologico e potenziamento dell’educazione civica, in particolare nelle aree periferiche e più vulnerabili. Il coinvolgimento di minori in un simile contesto criminale non può essere ridotto a una semplice nota di cronaca.
È un grido di allarme che deve interrogare l’intera società, chiamata a ricostruire reti di solidarietà e comunità educanti in grado di opporsi alla cultura dell’illegalità. Il Coordinamento invita il Ministero dell’Istruzione e del Merito, le amministrazioni locali e tutte le agenzie educative a collaborare in modo sinergico per contrastare il fenomeno. Lavorare insieme per restituire ai giovani la fiducia nella scuola, nelle istituzioni e in un futuro fondato sulla giustizia e sul rispetto dei diritti, è oggi un dovere ineludibile.
di NATALIA SESSA