Università, medicina: corso e una prova di recupero per gli studenti che non hanno ottenuto la sufficienza nelle 3 prove, per Fracassi (FLC CGIL): da Ministero pezza peggiore del buco
- La Redazione

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"Per Gianna Fracassi, segretaria generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL: “Una pezza peggiore del buco, che rafforza le ragioni del ... "

Dopo i disastrosi esiti della prima tornata di esami, che hanno reso evidente il fallimento del nuovo meccanismo del semestre filtro e il suo carattere di selezione mascherata, il Ministero dell’Università e della Ricerca tenta di mettere una pezza al macroscopico fallimento del “nuovo” modello di accesso a Medicina.
Per Gianna Fracassi, segretaria generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL: “Una pezza peggiore del buco, che rafforza le ragioni del presidio, convocato dagli studenti nella giornata di ieri a Roma in Piazza Vidoni”.
“L’ipotesi è quella di inserire tutte le candidate e i candidati in graduatoria, fino a esaurimento posti. Anche chi non ha ottenuto il voto minimo in tutte e tre le prove, facendo sostenere un breve corso e una prova di recupero dei crediti formativi ai candidati che hanno qualche insufficienza.
Tutto questo per evitare di ritrovarsi, dopo mesi di propaganda ministeriale sul rivoluzionario sistema del semestre filtro, senza un numero di studenti bastante a coprire i posti a Medicina”, continua Fracassi.
“Una soluzione improvvisata e pasticciata, che cambia le regole in corsa, da una parte moltiplicando differenze e sperequazioni, dall’altra aprendo la strada ad ulteriori ricorsi e incertezze - rimarca la segretaria generale della FLC CGIL-.
L’università pubblica italiana è sempre più precaria e in difficoltà ma il Governo fa finta di non accorgersene e alimenta una narrazione basata solo sulla propaganda.
Il sistema universitario non ha bisogno di chiacchiere, necessita di interventi strutturali, investimenti concreti per rafforzare le infrastrutture, aumentare il numero di docenti e personale tecnico e amministrativo, garantire un accesso realmente democratico allo studio. È ora di dire basta a un sistema che gioca con il futuro dei giovani”.
“Alla Ministra Bernini abbiamo chiesto immediati chiarimenti e certezze per assicurare il diritto allo studio alle migliaia di studentesse e studenti coinvolti e danneggiati da un meccanismo fallimentare e non risolutivo”, conclude Fracassi.
di LA REDAZIONE
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