SCHETTINI, “IO SONO IL FRUTTO DEI MIEI SACRIFICI. SONO CONSAPEVOLE DEI CASINI CHE L’AI STA GENERANDO, STUDENTI STATE SOSTITUENDO VOI STESSI. ”
- La Redazione
- 1 giorno fa
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“Newton dalla mela che gli è caduta in testa e grazie alla sua conoscenza della fisica e della matematica, scrive “la legge di gravitazione universale” una legge che..."

Se da un lato non abbiamo dubbi che l’AI possa offrire un grande contributo in contesti come quelli medici e ingegneristici, dall’altro siamo meno entusiasti del fatto che l’avvento delle nuove proposte tecnologiche stia creando danni rilevanti in ambito educativo e nell’apprendimento. Questo è anche il pensiero del noto professor Schettini, che nel suo appuntamento settimanale sulla pagina ufficiale YouTube “La Fisica che ci piace” affronta proprio questo argomento di grande attualità.
Queste le sue parole: “Non ho dubbi che, in mano a un grande ingegnere o a un chimico medico, l’AI sarà una risorsa straordinaria che permetterà di analizzare meglio i dati, i flussi, e progettare meglio i farmaci. Però sono anche consapevole dei casini che l’AI sta generando in tanti campi.”
Schettini pone l’attenzione sull’evoluzione del modo di studiare, su come questo sia cambiato nel corso degli anni. In passato si studiava dalle dispense, pagine e pagine da sottolineare e memorizzare. Poi si è passati all’avvento di YouTube, sostituendo il cartaceo con brevi video riassuntivi. Oggi, invece, si è arrivati all’intelligenza artificiale. Come afferma il professore:“Mi rendo conto che molti studenti affidano il loro studio all’AI. La interpellano, la interrogano. Una madre mi ha raccontato che suo figlio ha chiesto a ChatGPT di fare un tema su Manzoni, con annessi errori grammaticali che farebbe un 14enne. Ma voglio rivolgermi a voi, ragazzi: l’AI vi sta impigrendo. State affidando alla macchina la vostra attività di comprensione e di sintesi. State sostituendo voi stessi.”
Per Schettini, questa malevola evoluzione del modo di studiare ha portato a un grave declino del quoziente intellettivo degli studenti. Inoltre, i ragazzi risultano sempre meno partecipativi e comunicano con sempre maggiore difficoltà. In merito a questo scenario poco incoraggiante, afferma: “Questo per me è preoccupante: essere incapaci di esporvi, di scrivere un tema. Uscendo dalla scuola, siete così sicuri che continuerete a utilizzare l’intelligenza artificiale? Siete davvero convinti che, nel mondo del lavoro, tutto passerà attraverso l’AI e che voi starete senza far nulla a guadagnare il vostro stipendio?”
Inoltre, il professore ci fa notare come le menti più brillanti — quelle da cui sono nate le storie dei nostri Paesi e le scoperte più eclatanti — non si siano affidate a Internet o ai cellulari, ma al loro sapere intrinseco: naturale frutto di tentativi, errori ed esperienza. Questo è ciò che afferma Schettini: “Newton, dalla mela che gli è caduta in testa e grazie alla sua conoscenza della fisica e della matematica, scrive la legge di gravitazione universale, una legge che ancora oggi, 400 anni dopo, ci permette di inviare satelliti nello spazio. Senza un telefono, senza ChatGPT, solo con la loro conoscenza umana. Hanno costruito le grandi cattedrali, il Colosseo, le piramidi. Vi rendete conto di cosa hanno fatto questi esseri umani?” Schettini, nel suo dialogo, cerca in tutti i modi di stuzzicare la fantasia e la curiosità delle menti giovani. Spiega che la lettura di un libro non è fine a sé stessa, ma deve nutrire e arricchire. È la loro mente che deve capire il meccanismo di risoluzione di un problema, non ChatGPT. Per il professor Schettini, i giovani devono essere orgogliosi e capaci di dire: “Io sono il frutto dei miei sacrifici”.
di NATALIA SESSA