È quanto afferma il presidente della Fondazione Magna Carta, Gaetano Quagliariello sull'Autonomia Differenziata
Il presidente della Fondazione Magna Carta, Gaetano Quagliariello, è intervenuto alla presentazione del libro di Carlo Borgomeo “ Sud, il capitale che serve”: “Chi ha concepito l’autonomia differenziata dovrebbe trovare negli autonomisti meridionalisti degli alleati naturali”. Ha poi sottolineato: “Prima però va chiarita una questione pregiudiziale,l’autonomismo proposto concederà al Mezzogiorno gli strumenti per competere davvero oppure servirà soltanto a cristallizzare le differenze che esistono nel nostro Paese?”.
Il comitato ( gli ex presidenti della Corte Costituzionale Giuliano Amato e Franco Gallo, insieme all’ex presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno e all’ex ministro della Funzione pubblica Franco Bassanini) il cui compito è quello di definire gli standard minimi di servizio pubblico per garantire i diritti civili e sociali in vista dell’ Autonomia differenziata ha intenzione di fare un passo indietro. Il motivo principale di tale decisione è dovuto ai dubbi sollevati sui costi dei Livelli essenziali di prestazione, cioè gli standard minimi di servizio pubblico indispensabili per garantire in tutto il territorio nazionale i “diritti civili e sociali” tutelati dalla Costituzione.
I quattro fanno notare che se da un lato si parla di “pieno superamento dei divari territoriali nel godimento delle prestazioni”, fissando la determinazione delle soglie minime come primo step, nei commi successivi non si indica la necessità di costruire l’intero complesso dei Lep prima di iniziare a trasferire le funzioni alle Regioni.
Poi sottolineano che il rischio è che gli ultimi servizi che passeranno di competenza dallo Stato alle Regioni non avranno fondi a disposizione perché già impegnati nelle precedenti funzioni. Il passo indietro non è un atto ostile all’idea di autonomia differenziata, infatti scrivono: “restiamo pienamente consapevoli dell’importanza che avrebbe per il Paese una completa e corretta attuazione delle previsioni costituzionali”.
Le opposizioni rispondono: “Pietra tombale”. Secondo l’ex ministro per gli Affari Regionali, e presidente dei senatori Pd, Francesco Boccia, le dimissioni rappresentano la “pietra tombale” sul disegno di legge Calderoli.
La presidente di Azione, Mara Carfagna, parla di uno “schiaffo all’autonomia differenziata" e aggiunge che le dimissioni sono “il colpo del ko a una riforma iniqua e sbagliata”.
di ISABELLA CASTAGNA
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