Se da un lato, dunque, occorre riconoscere l'importanza del registro elettronico, dall'altro bisognerebbe arginare gli interventi e la centralità di questi genitori...
Il ricordo di tutti noi è ancorato a momenti indelebili impressi nella nostra mente nonché ad immagini ed oggetti che siamo abituati sin dalla tenera età a ricollegare automaticamente alla scuola.
In particolar modo, non si può parlare di scuola senza pensare al registro. E chi è che non ricorda i voti annotati su di esso dagli insegnanti, l'appello la mattina o il registro aperto il giorno delle interrogazioni?!
Eppure, in un mondo quasi completamente automatizzato e sopraffatto dalla tecnologia, anche il registro è ormai solo un ricordo lontano, sbiadito nel tempo, rimpiazzato dal c.d. "registro elettronico". Attraverso lo stesso i genitori, muniti di un nome utente e di una password forniti dalle segreterie didattiche, possono consultare in qualsiasi momento l'andamento dei propri figli e avere informazioni generali sulla sua classe.
Ciò se da un lato consente un controllo più spedito della condotta scolastica, dall'altro ha determinato un'intromissione ed una presenza sempre più incalzante dei genitori nella scuola con una conseguente limitazione dell'indipendenza e dell'autonomia dei figli, complicando spesso il compito degli insegnanti e del personale scolastico.
I genitori, insomma, nella moderna società, sono divenuti onnipresenti, sindacalisti spesso sostituendosi addirittura agli studenti stessi nelle operazioni più semplici come preparare lo zaino per il giorno successivo.
La cosa più allarmante è che lo studio e l'espletamento dei compiti assegnati dagli insegnanti non sono più oggetto di valutazione e di riflessione individuale da parte dello studente ma vengono passati in rassegna e spesso svolti dai genitori stessi.
A tal proposito il noto psicoterapeuta Raffaele Morelli ha riferito in un'intervista rilasciata a La Repubblica: "I ragazzi di oggi non hanno più la possibilità di sbagliare, di sperimentare la frustrazione, di imparare dai propri errori"; soffermandosi poi sul registro elettronico, ha aggiunto: "Il registro elettronico, con la sua costante pressione sul rendimento scolastico, ha trasformato i giovani in automi fragili e incapaci di gestire le emozioni negative".
Tutte considerazioni pienamente condivise dallo psichiatra Paolo Crepet, il quale definito il registro elettronico "la più grande boiata mai inventata".
Insomma, occorrerebbe ritornare ai precedenti modelli scolastici improntati sulla figura dello studente e sulla sua evoluzione, laddove, invece, attualmente sono i genitori a calcare la scena anche quando si parla di scuola.
Morelli ha spiegato, inoltre che solo attraverso la noia, la sconfitta, la delusione i ragazzi potranno sviluppare la resilienza necessaria per affrontare le varie sfide della vita.
Se da un lato, dunque, occorre riconoscere l'importanza del registro elettronico, dall'altro bisognerebbe arginare gli interventi e la centralità di questi genitori “sindacalisti” al fine di porre in risalto l'importanza della crescita dei propri figli: i giovanissimi devono essere responsabilizzati ed è inconcepibile che un genitore si rechi a scuola per concordare con un insegnante il voto per il proprio figlio oppure intenda interferire con la didattica. Occorre far riscoprire a questi ragazzi l’autonomia, indirizzandoli verso una crescita ed uno sviluppo personale all’insegna della maturità e della consapevolezza della propria persona.
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