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Docenti scelti dalle famiglie, dal sostegno al posto comune? Per D’Aprile (Uil Scuola Rua) "non si può stare zitti".

D'Aprile: "“Come si può pretendere di stare zitti quado si dice che le famiglie degli alunni con disabilità si scelgono l’insegnante e lo confermano per tre anni sul proprio posto?"





I docenti di sostegno confermati secondo le preferenze delle famiglie, norma presente nel DDL semplificazioni, possono rappresentare un precedente per gli insegnanti su posto comune. Quanto dichiarato da Giuseppe D’Aprile, segretario generale della UIL Scuola Rua, durante la manifestazione nazionale “Scegliamo il Futuro”.


Lo stesso afferma: “Come si può pretendere di stare zitti quado si dice che le famiglie degli alunni con disabilità si scelgono l’insegnante e lo confermano per tre anni sul proprio posto? Quando si fanno le norme bisogna azionare il cervello. Averlo proposto sul sostegno, e forse non verrà mai realizzato, potrebbe essere l’anticamera per una proposta simile che coinvolge gli insegnanti su materia. Questo rievoca la legge 107 del 2015, la chiamata diretta. Allora dobbiamo avere il coraggio di dire che queste norme sono apparentemente fatte dalla destra ma che piacciono, purtroppo, anche a gran parte della sinistra, una sinistra assente.





Giuseppe D’Aprile, Segretario generale della UIL Scuola Rua afferma: “La manifestazione di oggi è un messaggio chiaro e forte ad una politica concentrata sulle sole scadenze elettorali e distratta rispetto alle gravi emergenze del Paese reale il diritto all’istruzione va tolto dalle logiche divisive e dal terreno dello scontro politico. Oggi ci siamo confrontati con tutti gli attori della scuola, una scuola che necessita di più attenzioni, di una politica che mira a valorizzarla attraverso il personale che la fa funzionare tutti i giorni e che istruisce menti libere e critiche




MANIFESTO IN 8 PUNTI DELLA UIL

1. LA SCUOLA FUORI DALL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

La riduzione dei divari territoriali e il contrasto alla dispersione scolastica sono obiettivi che ci chiede l’Europa e, entro il 2030. Questi obiettivi poco hanno a che fare con il disegno di autonomia differenziata e si collegano solo parzialmente al progetto di dimensionamento in atto che, secondo le direttive europee, andava realizzato contestualmente alla riduzione del numero di alunni per classe.


2. I SETTORI DELLA CONOSCENZA FUORI DAL PATTO DI STABILITÀ

La spesa corrente per il sistema nazionale di scuola, università e ricerca va tenuta fuori dalle politiche di austerity e riduzione della spesa. Investire in istruzione significa garantire sviluppo, coesione, inclusione al nostro Paese. Bisogna anche superare il metodo di calcolo della cosiddetta “spesa storica”, in base alla quale l’attribuzione delle risorse viene effettuata sulla base di quanto speso in passato da uno stesso ente per uno stesso servizio. In pratica, riceve di più chi garantisce determinati servizi, a svantaggio di chi non è stato mai in grado di erogarli.


I punti del manifesto includono:

  • Il miglioramento dei contratti per il personale della scuola, dell’università e della ricerca;

  • L’aumento delle retribuzioni per riconoscere il valore sociale del personale;

  • La garanzia di docenti specializzati per gli alunni con disabilità;

  • La progressiva eliminazione del lavoro precario nel mondo della scuola;

  • La programmazione di un piano di investimenti nel settore pubblico per università e ricerca;

  • La garanzia del diritto universale allo studio per tutti, specialmente per i giovani in difficoltà economica.




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di LA REDAZIONE




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