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DISABILI ESCLUSI DALLA CORSIA PREFERENZIALE È VIOLAZIONE DEI PRINCIPI FONDAMENTALI

"L’esclusione degli invalidi dalla cosiddetta “corsia preferenziale” non è un semplice difetto di regolamentazione: è un atto che comunica, simbolicamente e concretamente, la marginalizzazione della fragilità... "


L’esclusione delle persone con disabilità dal transito nella corsia preferenziale di Marina di Ravenna, a causa di un’ordinanza comunale priva di ogni fondamento giuridico e umano, rappresenta non solo un errore tecnico, ma un segnale preoccupante di regressione culturale. Questo provvedimento ha, di fatto, negato a cittadini con gravi disabilità motorie e sensoriali l’accesso a uno spazio pubblico, violando principi fondamentali garantiti a livello nazionale e comunitario.

L’esclusione degli invalidi dalla cosiddetta “corsia preferenziale” non è un semplice difetto di regolamentazione: è un atto che comunica, simbolicamente e concretamente, la marginalizzazione della fragilità. In nome di quale efficienza o controllo si decide di ignorare i diritti elementari delle persone più vulnerabili? Dove finisce l’idea di città inclusiva quando la tecnologia è più rapida della coscienza civile? L’episodio è aggravato dal fatto che sarebbe bastato un semplice aggiornamento del sistema di videosorveglianza per includere le targhe dei veicoli autorizzati al trasporto di persone con disabilità, già presenti nella cosiddetta “lista bianca”. Un’azione elementare, alla portata di ogni amministrazione moderna, ignorata con leggerezza che diventa colpevole.

Il CNDDU rileva anche la profonda incoerenza tra quanto accaduto e le dichiarazioni programmatiche del neo-sindaco, che ha fatto dell’accessibilità uno dei pilastri della sua proposta politica. Promettere un “disability manager” e poi escludere i disabili da un diritto basilare è una contraddizione che non può essere liquidata come svista. L’accessibilità non è un favore da concedere. È un diritto da garantire, senza ambiguità. Chiediamo con urgenza:

- Il ritiro immediato dell’ordinanza o la sua modifica sostanziale, con reinserimento del pieno diritto di circolazione per i veicoli con contrassegno invalidi;

- L’annullamento automatico e senza ricorso di tutte le sanzioni comminate ingiustamente;

- L’apertura di un tavolo tecnico con le associazioni e i rappresentanti della disabilità per evitare che simili episodi si ripetano. Questo caso non riguarda solo Ravenna. Riguarda l’Italia intera e la sua capacità di essere coerente con i valori della democrazia e della dignità della persona. Un Paese che si definisce civile non può permettersi zone grigie nei diritti.



di LA REDAZIONE



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