Il sindacato ha ottenuto dal tribunale di Vercelli la remissione alla corte di Lussemburgo dove con il proprio ufficio legale ha già discusso le cause sulla compatibilità del diritto italiano con quello comunitario in merito all’abuso dei contratti a termine, alla ricostruzione di carriera e ai risarcimenti del personale precario della scuola Italiana.
In allegato il modello gratuito di diffida per gli iscritti Anief:
La vicenda in argomento riguarda la Carta Docenti istituita con l’art. 1, comma 121, della L. n. 107/2015 che aveva sancito, al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali, l’istituzione della Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.
La carta, dell’importo di 500 euro annui, per ciascun anno scolastico, viene utilizzata per l’acquisto di libri e di testi, anche in formato digitale, di pubblicazioni e di riviste comunque utili all’aggiornamento professionale, per l’acquisto di hardware e software, per l’iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali e per altre ulteriori attività culturali e formative.
La Carta docenti viene corrisposta solo ai docenti di ruolo mentre da sempre sono esclusi i docenti precari, nonostante avessero stipulato contratti annuali o addirittura precari poi entrati in ruolo, i quali ne avrebbero bisogno per acquisto di materiale informatico per la Didattica a distanza.
Questi argomenti che hanno indotto l’avvocato Giovanni Rinaldi, insieme ai colleghi Nicola Zampieri, Walter Miceli e Fabio Ganci, legali Anief, a proporre dei ricorsi. A distanza di pochi mesi le argomentazioni hanno convinto il Giudice di Vercelli che ha rimesso ogni decisione alla Corte di Giustizia Europea che dovrà vagliare se sussistono valide ragioni per disapplicazione dell’art. 1, comma 121, della L. n. 107/2015 e del D.P.C.M. n. 32313/2015 per contrasto con la clausola 4 dell’accordo quadro del 18.3.99 sul lavoro a tempo determinato, recepito dalla direttiva 1999/70/CE e violazione dell’art. 14 della CDFUE, dell’art. 10 della carta sociale europea e della clausola 6 dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, recepito dalla direttiva 1999/70.
Questo potrebbe dare il diritto a migliaia di precari a poter rivendicare 500 euro per ogni anno scolastico dal 2015/16 in poi in cui hanno stipulato contratti a tempo determinato al 30 giugno o al 31 agosto. Un masso che cadrebbe sul MEF e sul Governo Draghi.