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Andreoli e la rivoluzione dell’amore paterno: “Ho bisogno di te”

Aggiornamento: 7 ore fa

Non regole, ma amore. Non potere, ma fragilità condivisa: ecco la nuova educazione secondo Andreoli...

In un’epoca in cui la figura paterna è spesso associata alla distanza o all’autorità, riscoprire la fragilità dell’amore paterno diventa un atto rivoluzionario. Le parole di Vittorino Andreoli ci invitano a capovolgere l’idea di paternità: non più potere, ma presenza. Cosa accade quando un padre dice “Ho bisogno di te”?

Con un linguaggio chiaro e diretto, l’esperto Vittorino Andreoli, noto psichiatra e neurofarmacologo, esprime una critica profonda nei confronti dei genitori. Egli analizza il comportamento di molte famiglie che, spesso, non si immedesimano nei comportamenti dei figli, non cercano di comprenderli, ma li osservano con aria minacciosa, sempre pronti a puntare il dito contro di loro.

Come spiega Andreoli, nel corso della vita, un genitore si troverà ad affrontare atteggiamenti del figlio che non gli piaceranno. È proprio in quei momenti che dovrà trovare dentro di sé la forza e il coraggio per capire le sofferenze che hanno generato certi comportamenti, talvolta sbagliati. Queste le sue parole:

“Tante volte un padre che non può accettare certi comportamenti dei figli non deve dire: ‘Quella è la porta, e te ne vai’.

Ma deve dire: ‘Io soffro per quello che hai fatto. Ma ricordati che qui c’è sempre tuo padre e tua madre che ti vogliono bene.’ E allora, bisogna che il padre non si limiti sempre a dare le regole: ‘Fai così’, ‘Non fare così’.

Ma fate insieme, fate in modo che non ci sia più lui figlio e voi padre. Mettetevi insieme, formando un noi. Ecco che cos’è l’amore. L’amore è capire la fragilità dell’altro, e aiutare sapendo di essere, non potenti, ma fragili.

E quando chiamate vostro figlio, dite: ‘stasera voglio vederti’.

‘Ma perché, papà? ’

‘Perché ho bisogno di te.”

Anche Umberto Galimberti, filosofo e psicoanalista, ha riflettuto sul cambiamento del ruolo paterno: “Il padre è colui che introduce il figlio nel mondo della legge, ma oggi il suo ruolo non è più quello del comando, bensì dell’ascolto.” È una trasformazione culturale profonda, che ci chiede di riscrivere l’identità del padre non più in termini di autorità, ma di relazione.

Spesso sottovalutiamo il fatto che il genitore è, prima di tutto, una persona con pregi, difetti e, inevitabilmente, vulnerabilità.

L’eccessiva preoccupazione e apprensione nei confronti dei figli si manifesta spesso con atteggiamenti oppositivi e, talvolta, con modalità verbalmente aggressive. In questi casi si comprende come la vera mancanza all’interno della famiglia sia la comunicazione, l’ascolto.

Secondo l’esperto, è necessario riscoprire il vero senso dell’unione, quel legame profondo che dovrebbe unire genitori e figli, e che porta a dire: “Io conosco le tue fragilità, e possiamo superare insieme questo momento.”


di NATALIA SESSA

EDUCAZIONE
E CULTURA

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