Una risposta sensata il "mondo scuola" la attende, ed è doveroso chiarire la posizione del MIM. In aule non climatizzate, mettiamoci che una percentuale di scuole necessita di interventi strutturali ordinari e straordinari, non è possibile fare didattica a 35/40...
Numerosi gli appelli affinché quest'anno il suono della prima campanella potesse essere posticipato per l'emergenza climatica in atto. Il ministro Valditara dice no, forse perché la Lega a più riprese ha sostenuto l'apertura delle scuole anche in estate? Una risposta sensata il "mondo scuola" la attende, ed è doveroso darla. In aule non climatizzate, mettiamoci che una percentuale di scuole necessita di interventi strutturali ordinari e straordinari, non è possibile fare didattica con 35/40 gradi. La conformazione geografica dell'Italia è tale che vanno prese delle scelte dedicate, non si può guardare gli altri paesi per copiarne usi e costumi. È un fare che non funziona.
La dichiarazione, rilasciata dal Ministro Valditara a Rimini, dove ha asserito che “è una proposta che non ho neanche considerato”, non è accettabile. Bisogna entrare nel merito, anche perché nelle aule bollenti ci stanno alunni e docenti.
Una risposta non accettabile perché fa leva sui costi elevati dei centri estivi oppure sulla perdita di competenze ( si parla di 10 giorni di scuola che comunque si possono recuperare durante l'anno oppure a giugno ).
"Pensiero meridiano" è un testo che la politica dovrebbe conoscere bene e trasportarlo dalla dimensione italiana a quella europea, forse è chiedere troppo? Cerchiamo di pensare l'Italia alla luce delle sue caratteristiche. Qualcuno disse che un paio di scarpe non può andare bene a tutti, ad alcuni andrà bene ad altri stretto e ad altri ancora largo.
A seguire un comunicato dell'Anief dove viene spiegato il perché di un'apertura posticipata: "Marcello Pacifico, leader del giovane sindacato rappresentativo Anief, ha ribadito che l’apertura della scuola posticipata apporterebbe benefici alla didattica, oltre a salvaguardare la salute di coloro che sono costretti a trascorrere molte ore in classi non climatizzate e spesso sovraffollate. “Tra il 1963 e il 1977 si tornava in classe il 1° ottobre. Dopo 50 anni, nel 2024, con +4 gradi di aumento medio stagionale della temperatura la scuola riapre il 12 settembre. Anief si chiede il perché di tutto ciò.
Per noi sarebbe indispensabile ripristinare le 3 ore tagliate nel 2015 come tempo scuola”, ha detto il sindacalista autonomo.
Pacifico ha analizzato i dati dell’archivio storico del Centro meteo: “come si nota, confrontando la mappa della temperatura 1973-2023, in gran parte dell'Italia si registra un aumento medio di 4 gradi della temperatura. Le scuole aprivano il 1° ottobre nel 1973, mentre sono state aperte dal 5 al 15 settembre nel 2023”.
“Qualcuno può spiegare perché è contrario alla proposta Anief di riaprire le scuole il 1° ottobre, recuperando le tre ore settimanali cancellate dal 2009 così da non doverle chiudere dopo? Sono trascorsi 50 anni e con classi pollaio e la maggior parte non climatizzate abbiamo anticipato di tre settimane il calendario scolastico, perché si chiede il presidente dell’Anief.
Il presidente dell’Anief, il prof. Marcello Pacifico, ha rilasciato nei giorni scorsi un’intervista ai microfoni di Radio Roma sull’argomento dell’apertura posticipata della scuola. Il leader di Anief ha affermato che “è possibile iniziare il primo ottobre, come accadeva negli anni ’70. Oggi, con una temperatura che segna +4 gradi, con le classi pollaio ridotte di dimensioni, sopraffollate e senza condizionatori, torniamo in classe dai primi di settembre. È anche un problema di qualità della didattica e del tempo scuola”, oltre all’innalzamento del rischio malori per gli studenti più fragili, ma anche per i docenti. “La nostra richiesta di posticipare l’apertura parte da una riformulazione dell’orario; in questo modo si potrebbe chiudere sempre a metà giugno”, ha dichiarato Pacifico.
Intervistato da Tag24, Pacifico ha aggiunto che “il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti. Purtroppo, da anni, nel mese di settembre, si registrano temperature più alte della media stagionale, non solo nel Sud, come si potrebbe pensare, ma in diverse zone del Paese. A fronte di queste temperature torride, le scuole italiane non sono attrezzate con aule climatizzate. Spesso, inoltre, aule molto piccole ospitano più di 25 alunni per classe. Con questo clima, fare didattica diventa quasi impossibile. Le scuole non sono un parcheggio, ma luoghi dove portare avanti una didattica buona e giusta. Qual è il senso di avere gli alunni a scuola se poi i risultati non sono dei migliori”.
Continuando il sindacalista autonomo ha detto che “si potrebbero mettere in campo soluzioni diverse, anche perché negli ultimi 15anni è stato già ridotto il tempo scuola di ben tre ore: prima si stava in classe 33 ore a settimana, ora 30. Chiaramente le soluzioni starebbero poi al buon senso delle regioni, anche in base ai diversi climi che esistono nel Paese. Il punto è che, se non attrezziamo le nostre classi, climatizzandole e rendendole più vivibili, è assurdo pensare di iniziare la didattica fra due settimane”. “Già trent’anni fa, in alcune aree del nostro Paese, la scuola iniziava a fine settembre: dunque non credo si stia parlando di una rivoluzione. Certamente la società è cambiata, tante madri lavorano, ma anche le insegnanti, per la maggior parte donne, già dal primo settembre sono a scuola. Per quanto riguarda il lavoro per recuperare quegli apprendimenti, è bene sottolineare che questo già avviene nelle nostre scuole. Dire che le scuole italiane sono chiuse tre mesi l’anno è falso, dato che già ad agosto partono i corsi di recupero in vista del nuovo anno scolastico. Noi crediamo che occorra dare più spazio alla scuola dell’autonomia, comprendendo che senza scuole attrezzate è inutile pensare di fare didattica con 40 gradi, in aule con oltre 25 alunni dentro”, ha aggiunto il presidente Anief.
“Il punto, come abbiamo denunciato nei giorni scorsi, è che ancora non si è riusciti a mettere le scuole al passo nonostante i fondi stanziati nel Pnrr. Eppure, questi interventi sarebbero fondamentali dato che, come sappiamo, la maggior parte dei nostri edifici scolastici non è in grado neanche di fronteggiare le sfide sismiche che possono verificarsi. È chiaro che, a fronte di tanti interventi che sarebbero necessari, la climatizzazione delle aule sia molto difficile. Ecco perché bisognerebbe lasciare al buon senso non solo la determinazione del calendario scolastico, ma anche iniziare a pensare al “buon tempo a scuola“ dato non dal numero di ore che si trascorrono in aula ma dal tempo dedicato alla buona didattica, ha concluso il prof. Pacifico."
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di Eugenio Piemontese
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