Il Segretario Generale di Uil Scuola sottolinea l’importanza delle scuole italiane nell’ospitare bambini vittime degli eventi in Ucraina
Prima la pandemia, adesso la guerra in Ucraina: uno scenario davvero terribile per il popolo ucraino costretto a vivere il dramma di una guerra, costretti a scappare non si sa dove.
A tal proposito, Pino Turi, Segretario Generale di Uil Scuola, invita tutti a riflettere sul ruolo della scuola in questa situazione.
“La guerra arriva, con i suoi effetti drammatici, anche nel nostro Paese che, come annunciato questa mattina dal premier Draghi, dovrà essere in prima linea per la difesa dei valori costituzionali di libertà e di democrazia. Lo stato di emergenza decretato dal Governo, in un contesto che riporta alla luce i fantasmi di un passato che non ci saremmo mai aspettati di rivivere, è stato fissato al 31 dicembre. Una scelta indispensabile, anche per l’accoglienza e l’integrazione che dovrà essere fatta”, aveva dichiarato ieri il Segretario Generale.
Il modello della scuola Italiana, potrà essere in Europa, luogo di integrazione e accoglienza per questo popolo in fuga.
Cosa prevede la normativa
“tutti i minori hanno diritto a frequentare le scuole italiane fino al 18° anno di età, indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al soggiorno in Italia. Le iscrizioni possono essere richieste in qualsiasi momento dell’anno scolastico”.
Vista la situazione, sarebbe opportuno mettere insieme le risorse del Fondo Europeo Asilo, con specifiche risorse a carico del Ministero dell’interno per il Fondo per l’accoglienza dei minori stranieri e del Fondo Nazionale per le Politiche e i servizi dell’Asilo (Fondo SPRAR).
Turi precisa che per sconfiggere la pandemia e la guerra in Ucraina servono inclusione e conoscenza che, a suo dire, sono “elementi inscindibili che si avvalgono della funzione delle nostre scuole, animate dalla passione e la professionalità del personale”.
Lo stesso precisa che, a questo punto, sarebbe opportuno che vengano meno le restrizioni legate al Covid visto la fine dello stato di emergenza e gli annessi obblighi.
“sarebbe solo un’inutile vessazione e divisione nei confronti del personale”.
di CARLO VARALLO
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