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"Taglia-idonei", docenti che hanno superato il concorso ma restano fuori dalla scuola. Il paradosso del PNRR, dura l'opposizione

Gli idonei PNRR, una platea di candidati che, pur avendo passato tutte le selezioni, rischia di restare fuori dalla Pubblica Amministrazione a causa del cosiddetto "taglia-idonei", il limite del...


Hanno studiato, superato prove difficili, dimostrato di avere le competenze richieste dallo Stato. Eppure, per il governo gli sforzi di tutti quei docenti idonei al concorso PNRR non è abbastanza. Una platea di candidati che, pur avendo passato tutte le selezioni, rischia di restare fuori dalla Pubblica Amministrazione a causa del cosiddetto "taglia-idonei", il limite del 20% allo scorrimento delle graduatorie. Una misura che ha già scatenato un’ondata di polemiche politiche e istituzionali. Ma dietro i numeri e le percentuali, ci sono volti, storie e sacrifici spesso ignorati.


Idonei, non bocciati

La distinzione è semplice e netta, persino per un’intelligenza artificiale. Come ha ricordato il deputato del Partito Democratico Andrea Casu in Aula, "gli idonei sono coloro che hanno superato tutte le prove, non i bocciati". Un'affermazione che nasce dal buon senso, prima ancora che dal diritto amministrativo. Eppure, per il ministro Zangrillo, quegli stessi candidati – a volte esclusi solo per una manciata di punti – sembrano non meritare una reale possibilità di assunzione.

In un Paese che si lamenta della fuga dei cervelli, che denuncia la carenza di personale qualificato nella PA e che invoca giovani competenti per gestire il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, lasciare nel limbo migliaia di idonei appare un controsenso clamoroso.

Il paradosso del PNRR

Il concorso PNRR è nato proprio per potenziare la macchina amministrativa in vista dell'attuazione del piano europeo. Ora che le risorse ci sono, che i progetti sono stati approvati e i fondi disponibili, lo Stato si scopre paradossalmente impreparato a valorizzare chi ha già dimostrato di essere all’altezza.

Mentre si parla di nuovi bandi e reclutamenti digitali, ci sono centinaia di idonei – già formati, pronti a partire – che restano ai margini per una norma che, di fatto, equipara il merito alla sconfitta.

Un limite ideologico, non tecnico

Il tetto del 20% non nasce da una reale analisi delle esigenze della PA, ma da una visione politica che vede nelle vecchie graduatorie un ostacolo alla modernizzazione.

Eppure, i numeri raccontano un’altra storia: nei prossimi anni, la Pubblica Amministrazione perderà decine di migliaia di dipendenti per pensionamenti. Le amministrazioni locali, come ha ricordato l’ANCI, non possono permettersi di perdere ulteriori risorse umane già selezionate. Anziché cestinare intere graduatorie, lo Stato dovrebbe essere fiero di poter contare su una “riserva” di professionisti pronti a lavorare. Ignorarli non è solo ingiusto: è inefficiente.

Una battaglia di dignità per gli idonei al concorso PNRR

Quella degli idonei al concorso PNRR non è una battaglia per un privilegio, ma per il riconoscimento di un diritto. Hanno giocato secondo le regole, hanno vinto una parte della sfida, ma ora si ritrovano esclusi per una norma che va a ledere un diritto acquisito. In un Paese che ha bisogno disperato di competenze, di giovani e di fiducia nelle istituzioni, sarebbe saggio ripartire da chi ha già dimostrato capacità, competenze e merito.

PASSAGGI IN PARLAMENTO

  • Martedì 22 aprile: il Decreto PA arriva in Aula alla Camera con richiesta di fiducia da parte del governo.

  • Mercoledì 23 aprile: si svolgeranno le votazioni.

  • Giovedì 24 aprile: proseguirà l’esame del testo.

  • Il decreto, in scadenza il 13 maggio, dovrà successivamente passare al Senato per l’approvazione definitiva.



di LA REDAZIONE



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