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INCLUSIONE: NO CLASSI GHETTO MA SOLO CLASSI SEPARATE DI POTENZIAMENTO PER ALUNNI STRANIERI

"Si tratta, quindi, di una nuova modalità formativa volta ad una completa inclusione, senza alcuna disparità di trattamento o differenziazione ma anzi una modalità che favorisca la partecipazione..."








Alla luce di un percorso formativo, volto all'inclusione, che miri, senza dubbio alcuno, alla piena integrazione ed istruzione degli studenti stranieri, il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha proposto la realizzazione di un progetto scolastico, sicuramente non privo di critiche e contestazioni da parte di alcuni partiti politici, nonchè dall'Unione degli studenti (UDS). A tal fine, il Ministro ha pensato a classi di accompagnamento di mattina e di potenziamento il pomeriggio per gli alunni stranieri, se c’è un deficit linguistico o matematico.



Secondo Valditara, infatti, ogni scuola dovrebbe verificare all’atto di iscrizione le competenze dei ragazzi immigrati: «Dopodiché dovremmo lasciare alle scuole la scelta fra l’inserimento tout court nelle classi esistenti o, se ci sono dei deficit molto rilevanti, il ragazzo straniero viene inserito in una determinata classe, tuttavia le lezioni di italiano e matematica le frequenta in una classe di accompagnamento», tenuto conto, però, sempre, dell'autonomia scolastica, come punto fermo.

 



Tale proposta, volta ad un'innovazione ed ad un miglioramento del sistema scolastico esistente, è stata però fortemente discussa e criticata da parte di Pd e Movimento 5 stelle. A tal proposito ciò che si contesta è di realizzare, attraverso classi separate di potenziamento per gli studenti stranieri, non una piena integrazione ma, al contrario, classi ghetto. II Ministro dell'istruzione e del merito, però, con altrettanta determinazione, sostiene come il sistema scolastico attuale vada a penalizzare proprio gli studenti stranieri, sia per quanto riguarda le performance, sia per quanto riguarda la dispersione scolastica, che secondo l’Istat raggiunge tassi del 30,1% tra i giovani immigrati contro il 9,8% tra gli italiani (gli immigrati di prima generazione, in italiano, registrano una differenza di rendimento in negativo del 21,9%, in matematica del 13,4%). Infatti, il sistema scolastico esistente finisce per penalizzare non solo gli studenti stranieri, ma anche gli studenti italiani "che vedono rallentato il loro programma formativo dovendo aspettare i tempi di approfondimento di chi non ha alcuna conoscenza della lingua italiana".

 

Secondo il Ministro dell'Istruzione e del merito, quindi, si tratterebbe solo di classi di potenziamento separate, un progetto volto alla "piena integrazione che salvaguardi tempi e qualità di apprendimento di tutti gli studenti, senza nessuna ghettizzazione". Si tratterebbe, quindi, di un processo formativo rilevante, fondamentale proprio per l'integrazione degli studenti stranieri; studenti spesso molto carenti nella lingua italiana e quindi, conseguentemente, con scarse capacità di apprendimento: si tratta, quindi, di una nuova modalità formativa volta ad una completa inclusione, senza alcuna disparità di trattamento o differenziazione ma anzi una modalità che favorisca la partecipazione, la formazione, l'istruzione, ma soprattutto l'apprendimento degli studenti stranieri, spesso con scarso rendimento nella materie di italiano e matematica. Si vuole realizzare, appositamente, una scuola costituzionale, che non lasci mai indietro nessuno.




di VALENTINA TROPEA


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