I docenti che hanno ottenuto il trasferimento sono appena 33mila,neanche il 5% del corpo insegnante: Anief "è giunta l’ora di cambiare le aliquote dei posti utili alla mobilità e abbattere i vincoli"
- La Redazione 
- 21 mag 2024
- Tempo di lettura: 2 min
"Quest’anno sono appena 33mila i docenti che hanno chiesto e ottenuto di trasferirsi: considerando che parliamo di una platea di quasi 800mila insegnanti..."

Quest’anno sono appena 33mila i docenti che hanno chiesto e ottenuto di trasferirsi: considerando che parliamo di una platea di quasi 800mila insegnanti, sono meno del 5% quelli che sono riusciti nel desiderio di cambiare scuola. Diverse decine di migliaia di docenti, invece, dovranno aspettare almeno il prossimo anno scolastico per riprovare a chiedere di partecipare alla mobilità scolastica. Il sindacato Anief fa notare che se non cambieranno le regole molto è probabile che la loro istanza rimanga insoddisfatta anche nel 2025: chi continua a parlare di conferma delle regole e dei blocchi sulla mobilità non conosce evidentemente la scuola e quanta gente vi lavora.
“La verità – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Aneif – è che anche dopo questa percentuale residua di docenti che hanno chiesto e ottenuto di cambiare sede (poi ci sono altri 25mila insegnanti spostati di scuola, ma che non rientrano in questo discorso perché a seguito di domanda condizionata oppure d’ufficio o per passaggi di cattedra o di ruolo), sono comunque rimasti ben 60mila posti vacanti: è giunta l’ora, quindi, di cambiare le aliquote dei posti da assegnare per gli spostamenti di sede volontari, come pure di abolire i vincoli anche per neo-assunti e su sostegno”.
“Con la mobilità del corpo insegnante sul 100% dei posti vacanti e disponibili – continua il presidente Pacifico - moltissime delle domande non accolte andrebbero infatti a buon fine. Come sindacato Anief, dunque, alla riapertura del contratto integrativo triennale sulla mobilità chiederemo la modifiche delle aliquote, anche per garantire i passaggi di ruolo a chi sfa frequentando i corsi universitari al fine di conseguire una ulteriore abilitazione all’insegnamento”.
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