“Nelle scuole venete si studieranno la storia e la cultura del Veneto, dall’età del bronzo ai giorni nostri”.
L’annuncio è del Presidente della regione Veneto, Luca Zaia che ha deciso di far partire un’iniziativa prevista già un paio di anni fa, con il Ministro leghista Mario Bussetti, quando il sogno dell’autonomia regionale sembrava ormai vicino.
Due giorni fa il Presidente Zaia ed il Direttore Generale per l’Ufficio Scolastico Regionale Carmela Palumbo hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per lo sviluppo delle competenze degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado in materia di storia e cultura del Veneto.
Particolare attenzione è data allo studio dell’emigrazione veneta dell’8-900, prima in Germania e in Austria, poi nelle Americhe e dal secondo dopoguerra anche in Australia. Una storia che racconta di fame, sacrifici e sofferenza. Le stesse cose patite oggi dai migranti di casa nostra, i cui figli vanno a scuola con i nostri figli: secondo i dati dell’ultimo censimento del Ministero dell’Istruzione, in Veneto gli alunni stranieri, contando sia i nati all’estero che le cosiddette «seconde generazioni» sono ormai il 14,1%: quasi uno su sette. Anche loro, in attesa di ottenere il passaporto italiano, studieranno la storia e la cultura veneta.
L’accordo raggiunto per l’Insegnamento della storia e della cultura venete tra Regione e Ministero fa seguito ad una delibera approvata dalla giunta regionale su proposta dall’assessore all’Istruzione Elena Donazzan di concerto con il collega alla Cultura e alla Sicurezza Cristiano Corazzari.
Per l’insegnamento di queste nuove materie, che riguarderanno gli studenti dalle elementari fino alle superiori, sono previsti:
Percorsi di formazione per i docenti;
Visite a musei, biblioteche, archivi, enti e istituzioni culturali e di spettacolo.