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DISPERSIONE SCOLASTICA, 1 STUDENTE SU 5 DECIDE DI ABBANDONARE GLI STUDI

L’Anief chiede un organico da collocare nelle zone dove i rischi di dispersione scolastica sono alti


La scuola secondaria di II grado è quella dove la dispersione scolastica risulta molto preoccupante arrivando a sfiorare il 20%: “pur in graduale diminuzione, continua a lasciare il segno, come risulta dal portale dati del Ministero dell’istruzione e del merito”, scrive la rivista Tuttoscuola ricordando che “nel 2017-18 erano stati iscritti al primo anno 578.997 studenti che, al quinto anno, nel 2021-22, erano diventati 463.986, facendo registrare 115.011 abbandoni, intervenuti nell’arco dell’intero percorso scolastico, con un tasso di dispersione scolastica del 19,86%. Praticamente si è perso o ha abbandonato 1 studente ogni 5”. La rivista ha spiegato che gli anni più a rischio di abbandono, perché probabilmente si perde la motivazione allo studio, sono i primi delle superiori: quei giovani “abbandonata la scuola, possono diventare a volte manovalanza del malaffare”. Secondo l’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, il cardinale Matteo Maria Zuppi, “l’emergenza educativa va sempre peggio” perché “ci sono tanti giovani che lasciano la scuola. Questo ci deve interrogare tanto”.



Anief continua da anni a puntare il dito su questo problema chiedendo un organico maggiorato da collocare nelle zone dove i rischi sono maggiori: “La presenza in certi territori di tanti stranieri, pochi stimoli sociali e di malavita genera un circolo vizioso che porta gli alunni meno ‘protetti’ a lasciare gli studi con una certa facilità – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - , per questo motivo occorre aumentare il numero di operatori scolastici – docenti, personale Ata, assistenti di vario genere – al fine di contrastare con efficacia un fenomeno che non sembra arrestarsi. A rendere ancora tutto più difficile sono adesso i progetti collegati al Pnrr, anche per combattere la dispersione, che senza personale adeguato e numericamente all’altezza rischiano di non arrivare all’obiettivo. La nomina stessa dei docenti tutor e degli orientatori, quindi di oltre 40 mila insegnanti, può dare impulso a queste attività, ma sempre a patto che vi sia il supporto adeguato”.

“Già confermare l’organico aggiuntivo– aggiunge il leader dell’Anief - sarebbe servito anche per gestire l’enorme mole di lavoro associata ai progetti nazionali di ripresa e di resilienza che hanno portato ad ogni istituto scolastico centinaia di migliaia di euro di finanziamenti: 10 mila docenti della scuola secondaria potrebbero essere assunti con i fondi europei del Pnrr; altri 10 mila docenti da annettere al primo ciclo con fondi del ministero dell’Istruzione e del Merito; infine almeno 20 mila ATA con economie attivabili direttamente dal ministero dell’Economia e delle Finanze. In parallelo, inoltre, le scuole hanno bisogno di personale stabilizzato considerando che il 25% di quello in forza alla scuola è precario: apriamo alle immissioni in ruolo da Gps giù da quest’anno assieme alla riapertura del doppio canale di reclutamento. Stiamo vivendo un’emergenza, quale è la delicata gestione della ripresa post Covid, sulla quale il nostro Paese ha preso degli impegni rilevanti: non vanifichiamo tutto”, conclude Pacifico.



di CLAUDIO CASTAGNA


contatti: redazione@ascuolaoggi.it - info@ascuolaoggi.it


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