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Crepet, recuperare l'autorevolezza di un tempo ed essere modelli per le nuove generazioni

Aggiornamento: 4 nov

Ricercare sempre emozioni autentiche, senza mai farsi sopraffare dalla paura o dalla disperazione. Spesso, in una società...

Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet, realizza un’analisi sui rapporti che si instaurano oggi tra genitori e figli, sottolineando l’importanza di ricercare sempre emozioni autentiche, senza mai farsi sopraffare dalla paura o dalla disperazione. Spesso, in una società come quella attuale, i genitori non riescono più ad avere quella “autorevolezza” di un tempo,

tendono a perdersi, si fa una gara a chi è più immaturo; genitori che vogliono vestirsi alla moda, come se fossero anch’essi dei ragazzini, senza accorgersi, però, che tutto questo sta determinando gravi problemi proprio perché i giovani ragazzi non hanno più modelli da emulare ma solo genitori ritornarti bambini e spesso anche molto esibizionisti. Le parole di Crepet mettono in risalto aspetti estremamente delicati: si tratta di generazioni che, in tale maniera, non riusciranno mai a far nulla se non ereditare qualcosa dai nonni.

Come recuperare autorevolezza? Lo sport, per lo psichiatra e sociologo, è un po' la metafora della vita. Crepet nel citare Giovanni Galli, portiere memorabile, pone l’accento sulle parole di quest’ultimo che ha dichiarato che: “Quando ero giovane io mi portavo il borsone e me lo caricavo sulle spalle; adesso i giovani giocatori lo fanno portare al massaggiatore”.

Crepet utilizza le parole di Giovanni Galli come metafora per far riferimento alle famiglie; famiglie ad oggi estremamente iperprotettive, forse eccessivamente presenti, che non lasciano spazio alle nuove generazioni, non permettono loro una crescita personale ed etica, per cui ci si chiede: “Come si fa a crescere se non hai sbagliato?”

Si pensi, ad esempio, al giovane Jannik Sinner, diventato da poco numero uno al mondo, che è andato via di casa a 14 anni per perseguire le sue mete e realizzare i suoi sogni, trascorrendo più di 8 ore al giorno in campo per allenarsi e per imparare anche a perdere perché se non si impara a perdere, allora non si potrà mai imparare a vincere.

Bisogna volgere lo sguardo oltre tutto questo e comprendere come siano importanti e fondamentali i rapporti umani, quei rapporti che rischiano di dissolversi visto che non ci si abbraccia più e si evitano le emozioni.


Le persone non comunicano più fra di loro e questo è un aspetto estremamente delicato sul quale occorre soffermarsi: genitori ed insegnanti devono recuperare la loro “autorevolezza”, il loro ruolo educativo, cercando sempre più di soffermarsi sui rapporti umani, sulla crescita personale di ogni individuo e questo è possibile solo attraverso un dialogo partecipativo che permetta di stimolare la crescita di ogni giovane ragazzo che deve “riacquistare”, però, la sua attitudine all’ascolto e alla comprensione.


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