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CONCORSO DOCENTI, AL NORD MENO PARTECIPANTI CHE POSTI BANDITI. PER LA CISL UN PARADOSSO ANTICIPATO ( I DATI )

"In Lombardia, per la scuola dell’infanzia i 440 posti messi a concorso se li contenderanno 84 candidati. Per la primaria, in quella regione, il dato è ancor più clamoroso: 171 aspiranti per 4.111 posti..."




Si parla molto, in questi giorni, degli insegnanti di sostegno, delle loro modalità di utilizzo, delle tante criticità evidenziate dai servizi di Tuttoscuola.com e su cui più volte anche la CISL Scuola ha richiamato l’attenzione, fornendo dati, analisi, proposte di soluzione ai problemi, a partire da quello delle modalità di reclutamento dei docenti. Se da tre anni si è potuto in parte rimediare al flop delle assunzioni, lo si deve al fatto che almeno sul sostegno queste sono avvenute attingendo alle graduatorie di prima fascia, come richiesto con forza dalla CISL Scuola e come sarebbe opportuno fare, in via generale, per tutte le classi di concorso.


Si tratta, come detto, di una soluzione positiva ma limitata e parziale rispetto ad alcune criticità macroscopiche, di cui danno eloquente testimonianza i dati riguardanti i concorsi per gli insegnanti di cui si è da poco chiusa la fase delle iscrizioni. Numeri che in alcune aree territoriali, e in tutti i gradi di scuola, ad eccezione della secondaria di II grado, lasciano a dir poco esterrefatti. Vediamoli.



In Lombardia, per la scuola dell’infanzia i 440 posti messi a concorso se li contenderanno 84 candidati. Per la primaria, in quella regione, il dato è ancor più clamoroso: 171 aspiranti per 4.111 posti. Sempre il Lombardia, nella secondaria di I grado, anche se tutti i candidati – che sono 530 – vincessero il concorso, rimarrebbero scoperti i due terzi dei posti a disposizione, che sono 2019. Sulla stessa lunghezza d’onda, con scarti più o meno consistenti tra domanda e offerta, viaggiano Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Toscana per la primaria. In Liguria, per la secondaria di I grado, risultano 16 concorrenti per 191 posti. In altre aree territoriali, abbiamo una situazione diametralmente opposta. Per le superiori, massa enorme di aspiranti per meno di mille posti.


Si conferma, e forse si accentua, un fenomeno su cui già in passato, in alcuni dossier dedicati all’argomento, la CISL Scuola aveva richiamato l’attenzione, denunciando l’inadeguatezza delle politiche fin qui seguite non solo sul reclutamento, ma anche nella programmazione e gestione dei percorsi formativi richiesti per il conseguimento dei titoli di specializzazione. Un’offerta da tempo segnata da squilibri e incongruenze, che vedono l’attivazione di corsi in aree già sature di personale specializzato, mentre l’offerta è limitatissima proprio là dove si registra il più alto fabbisogno di personale.



È di tutta evidenza che occorre superare l’affidamento in esclusiva alle Università della gestione di questi percorsi: la CISL Scuola ha proposto ripetutamente di valorizzare il ruolo che le scuole stesse potrebbero svolgere, oltre a quello di ospitare le attività di tirocinio. Così come andrebbe considerata l’opportunità di offrire alle migliaia di docenti ogni anno in servizio sui posti di sostegno – senza i quali, è bene ricordarlo, il sistema andrebbe in tilt – l’opportunità di conseguire la specializzazione, supportando e valorizzando anche in termini formativi l’esperienza di lavoro che acquisiscono sul campo.


Non esistono soluzioni semplici a problemi complessi, e quello del sostegno certamente lo è. Guai se alle questioni di cui si discute in questi giorni (e speriamo si continui a discuterne ancora seriamente), a partire da quella della continuità didattica non garantita agli alunni, si pensasse di dare risposte semplicistiche e per questo inefficaci. Inasprire i vincoli, ad esempio, non serve a nulla finché il tasso di precarietà sui posti di sostegno supera, come oggi avviene, il 50%. Il primo passo da compiere, certamente impegnativo ma ineludibile, è proprio quello di aumentare in modo significativo il numero dei posti in organico di diritto. Dopo di che, occorre intervenire sui percorsi di acquisizione dei titoli di specializzazione e sulle modalità di reclutamento. Serve un’azione decisa a livello politico, la CISL Scuola è pronta a confrontarsi e a dare come sempre un contributo qualificato e costruttivo.




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di VALENTINA ZIN


contatti: redazione@ascuolaoggi.it - info@ascuolaoggi.it


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