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Stipendi scuola tra i peggiori, negli ultimi 4 anni calati del 7,5%. Anief:urge cambio di rotta già con la prossima Legge di Bilancio. Servono risposte su disparità di genere e burnout

"La denuncia arriva dopo la rilevazione dei dati Istat rispetto agli stipendi dei lavoratori italiani negli ultimi quattro anni. Ancora di più perchè la differenza... "

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Secondo l’ultimo rapporto sull’occupazione dell’Ocse, dal 2021 i salari reali in Italia sono scesi del 7,5%: si tratta del risultato peggiore tra i Paesi avanzati che preoccupa molto sull’equità intergenerazionale, con gli anziani che hanno un reddito superiore ai giovani (nel 1995 era il contrario, scrive la stampa nazionale).


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E nella scuola i compensi risultano tra i peggiori: precarietà strutturale, doppio canale e battaglie europee sono le priorità che dovrebbe affrontare il mondo dell’Istruzione e che il sindacato Anief continua a sollecitare: “Servono risorse specifiche per 1,4 milioni di lavoratori del comparto Istruzione e Ricerca, già da stanziare nella prossima Legge di Bilancio di fine 2025 – dice oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - per colmare una grave disparità di genere, rispondere al burnout e valorizzare una professione decisiva per il rilancio del Paese”.


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La denuncia arriva dopo la rilevazione dei dati Istat rispetto agli stipendi dei lavoratori italiani negli ultimi quattro anni. Ancora di più perchè la differenza rispetto all'inflazione dovuta all'aumento dei prezzi legata ai conflitti recenti (+7,5%) è ancora più pesante per chi lavora nelle scuole, nelle università, nelle accademie, negli enti di ricerca, perché questi dipendenti percepiscono dal 2019 sempre stipendi più ridotti rispetto agli altri lavoratori pubblici: “Oggi un insegnante prende 8 mila euro in meno di un dipendente dei ministeri. Perché?”, chiede Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.

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“Per non parlare – continua il sindacalista - di un collaboratore scolastico, che percepisce uno stipendio poco superiore al reddito di inclusione; ma anche di un assistente di segreteria, meno pagato di un dipendente comunale e con meno diritti: dallo smart working ai buoni pasto, dalla settimana corta all’indennità di videoterminalista”. Secondo l’Anief, è importante che in questi mesi estivi il Governo comprenda la necessità di dare risposte precise ad emergenze non più rinviabili: siamo già al settimo incontro all’Aran per il rinnovo del Ccnl 2022-24, il prossimo sarà a settembre: il giovane sindacato è cosciente che la firma di questo contratto è propedeutica a quelli successivi, per i quali le risorse sono state già stanziate proprio per coprire il costo dell'inflazione.

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“Bisogna agire in continuità con quanto avvenuto nell'ultimo contratto – avverte Pacifico -, per il quale abbiamo ottenuto 500 milioni in più per il personale scolastico. Adesso, alla luce anche dei dati internazionali appena pubblicati, chiediamo rispetto a pari dignità rispetto agli altri lavoratori del pubblico impiego e degli altri Paesi dell'area Ocse. Perché chi lavora a scuola per l'80% è donna, ha un titolo di studio superiore e un alto tasso di stress da lavoro correlato: deve essere pagato di più e non meno degli altri lavoratori dello Stato”, conclude il presidente nazionale Anief.


di LA REDAZIONE



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