Torna ad accendersi il dibattito sugli stipendi degli insegnanti: la “miccia” sono state le dichiarazioni del ministro Giuseppe Valditara sull’esigenza di dare maggiori compensi a "chi vive e lavora in una regione d'Italia in cui più alto è il costo della vita". Oggi la stampa specializzata ricorda che “la verità, come sappiamo, è che lo stipendio degli insegnanti è basso, rispetto alla media europea ma anche rispetto alla media del resto della PA”. Il sindacato ricorda che l’importo ridotto assegnato a fine mese ai lavoratori della scuola.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che “per coprire il divario rispetto a quanto percepisce un collega all’estero, al docente e Ata italiano mancano almeno 300 euro netti al mese. Sembra una cifra alta ma non lo è, ancora di più se pensiamo che il caro energia e l'inflazione a fine 2023 farà registrare un +15% in soli due anni. Invece di pensare a soluzioni alternative, per coprire la distanza c’è solo un modo: mettersi in testa di assegnare specificatamente alla scuola dei finanziamenti, anche andando a rivedere la spesa rispetto al Prodotto interno lordo nazionale. Detto questo, comprendiamo anche l’esigenza di adottare una indennità specifica: il nostro sindacato, però, la legherebbe alla trasferta e all’erogazione dei buoni pasti, esattamente come avviene in altri settori, ad esempio con i metalmeccanici. La verità è che se a scuola, ti assumono lontano dalla tua residenza, allora ti devono pagare l’indennità di trasferta! Quanto? Come per metalmeccanici: fino a 81 euro di rimborso al giorno”.
di VALENTINA ZIN
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