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Crepet: il valore di essere orgogliosi di sé, per volersi bene, amarsi e per avere il giusto coraggio di lottare sempre per sentirsi liberi ed essere se stessi

Aggiornamento: 16 apr

“Sarebbe formidabile spiegare alle ragazze e ai ragazzi l’importanza di essere orgogliosi di sé, di come sono, ci quel che pensano, dei piani che sognano di…”


Non è semplice accompagnare i giovanissimi nel loro percorso formativo e di crescita, fungendo da guida e punto di riferimento, in qualità di educatori, maestri autorevoli in grado di appassionare, coinvolgere i loro allievi, alla luce di una speciale capacità empatica e comunicativa.


Ecco allora l’importanza di scegliere un giorno, nell’ambito delle scuole, da dedicare ad un sentimento fondamentale: l’orgoglio, così come suggerito dal sociologo e psichiatra Paolo Crepet.

“Sarebbe formidabile spiegare alle ragazze e ai ragazzi l’importanza di essere orgogliosi di sé, di come sono, di quel che pensano, dei piani che sognano di realizzare. Una giornata in cui non prevalga alcuna ideologia, alcun pregiudizio, alcuna paura, ma la voglia, la necessità, il piacere di essere ciò che, almeno al momento, si è”, in tal modo inizia la sua profonda riflessione lo psichiatra.


Il «Pride Day», la Giornata dell’orgoglio, potrebbe essere utile per insegnare ai giovani, fin dal principio, che l’importante non è chi si è, ma ciò che si fa, e che ognuno ha il diritto di essere giudicato su questo, non fondando mai la propria identità sulla superbia, sulla presunzione, o addirittura sull’eccessiva modestia.

Riflettere sul proprio orgoglio non significa certo essere «migliori» ma esse se stessi.

“L’obiettivo più importante e difficile della vita è che ognuno possa sentirsi libero di essere se stesso quando è giovane e possa continuare a battersi per esserlo per il resto della propria esistenza, anche se questo dovesse comportare qualche cambiamento o aggiustamento”, così come ci spiega Paolo Crepet senza alcuna esitazione.


Si parla spesso dell’importanza di una scuola “inclusiva” e per tale ragione i docenti non dovrebbero mai svilire menti non omologate ed anzi incentivare i giovanissimi a porre al centro della vita la propria dignità, il proprio orgoglio, perché per amare gli altri occorre in primis avere la capacità di amare se stessi.

“Ridare senso e bellezza all’orgoglio significa questo e non altro. Estinguere distanze tra parole, combattere le ideologie quando si trasformano in slogan pubblicitari. Per educare i ragazzi a uscire da questa visione da marketing divisorio, è necessario esprimere l’esaltazione del proprio modo di essere non come fatuo esercizio narcisistico, ma come declinazione della propria identità”, queste le parole dello psichiatra.


È necessario, pertanto, spiegare ai giovani cosa significhi veramente volersi bene, amarsi, non omologandosi ma anzi avendo il coraggio di lottare sempre per sentirsi liberi di essere se stessi e continuare a battersi per esserlo per il resto della propria esistenza, facendo prevalere il proprio modo di essere, mettendo in risalto la propria identità, senza alcuna paura, senza alcun pregiudizio, costruendo abilmente il proprio futuro e ponendo al centro della propria vita orgoglio e dignità, pietre miliari fondamentali per poter vivere serenamente ed armoniosamente senza alcun rammarico o ripensamento.

di VALENTINA TROPEA







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