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250 euro al mese a TUTTE LE MADRI PRECARIE DELLA SCUOLA: 3MILA EURO ANNUI GRAZIE AL BONUS MAMME. ANIEF: "Le lavoratrici precarie ne hanno diritto"

Bonus mamme a tutte le madri precarie della scuola: ecco come ricevere 250 euro al mese...

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Assegnare il Bonus mamme anche alle lavoratrici precarie: l’atto di intervento - promosso da Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, condotto dei legali Walter Miceli e Nicola Zampieri - è stato dichiarato ammissibile e a questo punto non c’è che attendere la sentenza della Corte Costituzionale: la posizione dovrà essere espressa, in particolare, rispetto al ricorso sollevato dal tribunale di Milano con ordinanza n. 217/2024 e discusso in udienza pubblica l'11 giugno scorso, sempre su iniziativa del sindacato Anief.

Gli interessati a ricevere il Bonus Mamme - che prevede una indennità mensile fino a 250 euro per complessivi 3 mila euro annui - possono ancora presentare ricorso con Anief: lo hanno fatte già migliaia di lavoratrici precarie.

La bontà dell’istanza è stata ribadita dai giudici del tribunale di Milano, per i quali è rilevante e non manifestamente infondata - per violazione degli articoli 3, 31 e 117, comma 1, della Costituzione - la questione di legittimità costituzionale dell'art. 1, commi 180 e 181, della legge n. 213/2023 nella parte in cui non riconosce l'esonero contributivo anche alle lavoratrici madri di tre o più figli (e, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, anche alle lavoratrici madri di due figli) con rapporto di lavoro dipendente a tempo determinato e nella parte in cui esclude l'esonero contributivo per i rapporti di lavoro domestico.

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Gli avvocati con operano per il sindacato Anief, nel frattempo, hanno già vinto diversi ricorsi in tribunale invocando l'applicazione del diritto euro-unitario e il principio di non discriminazione facendo assegnare fino a 3 mila di rimborsi contributi alle supplenti precarie del personale della scuola.


L'ordinanza 217/2024 della Corte Costituzionale: cliccare qui.


L'atto di intervento accolto in amicus curiae: cliccare qui.


COME SI È ARRIVATI ALL’AMMISSIBILITÀ DEL RICORSO

Anief ricorda che sono tantissime le lavoratrici precarie della scuola che non hanno accesso al Bonus Mamme introdotto dalla Legge di Bilancio 2024, art. 1, commi 180-182 che prevede una indennità mensile fino a 250 euro per complessivi 3 mila euro annui: dopo la sentenza “madre” di Lodi dello scorso mese di Novembre, su ricorso presentato dai legali Anief, il giovane sindacato ha inanellato altre posizioni favorevoli in diversi Tribunali del Lavoro. Le altre sentenze che hanno dato ragione ai ricorsi prodotti dal giovane sindacato riguardano, ad esempio, le aule di giustizia di Biella, Vercelli, Torino, La Spezia e Catania. In quest’ultimo caso, il giudice del lavoro ha spiegato che “la normativa nazionale, nella misura in cui appare precludere il riconoscimento del beneficio alle lavoratrici a tempo determinato, va disapplicata, in quanto in contrasto con la clausola 4 comma 1 dell’accordo quadro allegato alla direttiva UE n. 1999/70/CE del Consiglio del 28 giugno 1999 (sul potere/dovere del giudice di disapplicare la normativa interna in caso di rilevato contrasto con la suddetta clausola, tra le tante, si veda Cassazione civile sez. VI, 23/12/2022, n.37650)”.


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Nella stessa sentenza, il giudice ha tenuto a specificare che la possibilità di “trattare i lavoratori a tempo determinato in un modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato” deve essere sempre giustificata da “ragioni oggettive”: quelle che non si ravvisano in questa norma, relativa al Bonus Mamme, poiché nella norma “appare sussistere la violazione della clausola 4 comma 1 dell’accordo quadro allegato alla direttiva UE n. 1999/70/CE del Consiglio del 28 giugno 1999”.


“I ricorsi – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – sono stati presentati da mamme precarie della scuola, quindi da docenti, collaboratrici scolastiche e assistenti nei vari ruoli delle sedi scolastiche. In attesa del parere della Corte Costituzionale, richiesto dal Tribunale di Milano, i giudici stanno dando piena ragione alle lavoratrici escluse dalla decontribuzione previdenziale, che le priva fino a 3 mila euro annui, poiché continuano a riscontrare il contrasto della norma italiana con il diritto dell'Unione europea (a partire dalla Direttiva 70/1999), esattamente come ha sempre denunciato dall’Anief. Ricordo che è sempre possibile aderire al ricorso e inviare la diffida per interrompere la prescrizione dei crediti vantati”.

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Anief ricorda che il Bonus Mamme è stato istituito per favorire le lavoratrici madri a tempo indeterminato, consiste nell’esonero fino a 3.000 euro annui dei contributi previdenziali per invalidità, vecchiaia e superstiti. Il Tribunale di Lodi ha già ritenuto che questo diritto debba spettare anche alle lavoratrici a tempo determinato, riconoscendo la misura a una docente madre di due figli con contratto di lavoro precario. Ciò per l’adozione del principio di non discriminazione, la quale impone che i lavoratori a tempo determinato non possano essere trattati in modo meno favorevole rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato comparabili.

Lo Stato italiano dovrà reperire 200 milioni di euro per il 2024 e ulteriori 200 milioni di euro per il 2025, necessari a garantire l’estensione del beneficio anche alle madri precarie. Se ciò non accadrà, ogni lavoratrice madre di due o più figli potrà ricorrere al giudice.

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di VALENTINA TROPEA




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