Sono tantissimi i docenti precari, che hanno svolto servizio di supplenza nell'anno scolastico 2020/2021, che devono ancora avere pagati gli stipendi, a causa di un intoppo burocratico tra il Ministero dell'Istruzione e quello dell'Economia. La denuncia parte dal Codacons, che spiega come, a causa dell'emergenza sanitaria in corso, si è venuto a determinare nella scuola pubblica un crescente fabbisogno di personale docente. E così il personale è stato reclutato in massa attraverso il ricorso a contratti di supplenze brevi.
In base dell'art. 121 del D.L. “Cura Italia” n. 18/2020, il Ministero dell'Istruzione avrebbe dovuto assegnare alle istituzioni scolastiche statali le risorse finanziarie per i contratti di supplenza breve e saltuaria anche in deroga alle vigenti normative e, quindi, con proroga anche in caso di rientro del titolare e, ciò, "al fine di favorire la continuità occupazionale dei docenti già titolari di contratti di supplenza breve e saltuaria, nei periodi di chiusura o di sospensione delle attività didattiche disposti in relazione all'emergenza sanitaria da COVID-19".
Moltissimi docenti, tuttavia, ad oggi - sostiene il Codacons - non hanno ancora ricevuto il pagamento delle retribuzioni maturate in corrispondenza dell'attività di supplenza breve e saltuaria prestata nel corso dell'anno scolastico 2020/2021, e gli stipendi di maggio, giugno e luglio non risulterebbero ancora pagati, con le risorse finanziarie che sarebbero ancora in corso di assegnazione da parte del MIUR.
A fronte del lavoro prestato, quindi, tantissimi docenti precari e personale Ata attendono ancora oggi di ottenere i compensi previsti dalla legge. Per sostenere i diritti dei lavoratori il Codacons ha pubblicato sul proprio sito internet il modulo di diffida attraverso il quale tutti i soggetti coinvolti possono intimare a MIUR e MEF il pagamento degli stipendi arretrati, pena un'azione collettiva a tutela dei danni patrimoniali subiti.