Ad Ustica piccola isola in provincia di Palermo, a Linosa, isolotto appartenente nell'Agrigentino e come in tante altre piccole isole e territori montani, la situazione scolastica è drammatica: ritardi per le assunzione dei docenti e giorni di scuola persi sono ormai cosa ordinaria.
Per cercare di superare queste problematiche la Commissione Cultura ha approvato una risoluzione al fine di ottenere dal Governo interventi concreti in favore del comparto scuola nei piccoli centri. Per le istituzioni scolastiche coinvolte, il problema sarebbe quello di convincere insegnati e personale scolastico a trasferirsi in queste zone.
Secondo i dati dell'Istituto nazionale documentazione, innovazione e ricerca educativa, in Italia ci sono 7.435 piccole scuole primarie (con 529.757 alunni) e 1.688 piccole scuole secondarie di primo grado (con 73.114 studenti).
“Nelle piccole isole e nei comuni montani il diritto all’istruzione è spesso parziale se non addirittura negato – ricorda la presidente della commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera, Vittoria Casa, tra i firmatari della risoluzione approvata ieri – In tutta Italia c’è una situazione di generale precarietà, con scuole che hanno iniziato in ritardo o che fino a tempi recenti hanno avuto cattedre ancora scoperte”.
Con la risoluzione, spiega Casa, “il parlamento impegna il governo a garantire l’autonomia scolastica, a dare incentivi ai lavoratori pendolari, a favorire soluzioni per alloggiare sul luogo, a programmare e finanziare progetti specifici - in collaborazione con enti locali e regionali - per i territori fragili, ad assicurare l’esistenza delle scuole come presidi del territorio e a limitare la formazione delle pluriclassi”. “Intervenire per garantire il diritto all’istruzione nei territori svantaggiati è un dovere costituzionale – ricorda la deputata del M5s – Su autonomia e dimensionamento scolastico occorrono segnali concreti anche nella prossima legge di Bilancio”.
“Attenzione alla scuola – sottolinea il deputato di Italia Viva, Gabriele Toccafondi – significa attenzione a tutte le scuole, soprattutto quelle che fanno più fatica. Penso alle scuole delle piccole isole ma anche delle zone montane, in alcune - a tre mesi dall’inizio della scuola - ancora non ci sono gli insegnanti! La risoluzione vuole spingere il governo a trovare soluzioni per incentivare i docenti ad accettare le chiamate e a garantire continuità didattica ai ragazzi”.
La capogruppo M5s in commissione Cultura della Camera, Alessandra Carbonaro, ricordandosi che “bisogna puntare all’autonomia scolastica e lavorare sul dimensionamento scolastico, come il Movimento 5 Stelle sta facendo anche in legge di Bilancio. L’approvazione di questa risoluzione da parte di tutte le forze di maggioranza avvalora e rafforza il nostro lavoro”.
Le deputate di Coraggio Italia, Simona Vietina (anche lei firmataria di una risoluzione poi confluita in quella approvata) e Daniela Ruffino, si dichiarano invece “molto soddisfatte”. “Per ripartire con una scuola più giusta e inclusiva – aggiungono – è necessario porre attenzione alle scuole dei Comuni logisticamente più svantaggiati come quelli montani, dove gli istituti in cui studiano i nostri ragazzi, sono spesso istituzioni fondamentali per mantenere coese e cementare le comunità sui territori”.
di VALENTINA ZIN
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