Comunicato stampa
Le prime prove del concorso ordinario avviato nelle scorse settimane ci stanno consegnando uno scenario fallimentare: nei racconti dei docenti coinvolti emergono l’altissimo numero di bocciati, i quiz tarati male rispetto ai programmi e il fortissimo nozionismo delle prove. Il concorso si svolge dopo due anni da quando è stato pubblicato il bando e spicca per il tasso particolarmente alto di docenti che non superano le prove a quiz.
Questo sistema è stato voluto dal Ministero perché costa poco, non prevede percorsi di formazione e alimenta il business dei 24 CFU, che tutti i 500 mila partecipanti hanno dovuto pagare con 500 euro medi a persona.
Ma cosa resta di questo modello di reclutamento alla scuola? Pochi neolaureati che superano le prove, un larghissimo numero di bocciati, una fortissima debolezza nell’impianto formativo nell’accesso all’insegnamento.
Al netto di qualsiasi iniziativa di tutela dei docenti coinvolti, per la quale dovremo vedere le prove che il Ministero renderà disponibili su Istanze online, la nostra valutazione politica non può che essere negativa.
Il Ministro Bianchi dovrebbe darci dati tempestivi e aggiornati sull’andamento delle bocciature e dovrebbe convocarci al più presto per discutere di una riforma del reclutamento che rimetta al centro la formazione in ingresso con percorsi abilitanti per i precari con tre anni di servizio. Non bastano le nozioni a fare un bravo docente se poi non si sa da dove cominciare nel lavoro d’aula, occorrono invece competenze professionali, formazione, esperienza e investimenti su un sistema che sia scelto non in funzione della sua “economicità”, ma della sua qualità ed efficacia.
di CLAUDIO CASTAGNA
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