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Rinnovo del contratto 2022-24, il sindacato Anief rimane fermo sui suoi principi: stipendi più alti, introdurre indennità e buoni pasto: tra due settimane i temi verranno riproposti all’Aran

"A ricordarlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, a due settimane esatte dal prossimo incontro delle organizzazioni sindacali rappresentative con la parte pubblica presso l’Aran sul rinnovo del contratto... "


Anche se la politica non sembra dare risposte certe, l’Anief non si rassegna: il personale di Istruzione, Università e Ricerca deve essere trattato alla stregua di quello degli altri comparti, vale per l’assegnazione degli stipendi, delle indennità in caso di prestazioni lavorative particolari, ma anche per la somministrazione dei buoni pasto. A ricordarlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, a due settimane esatte dal prossimo incontro delle organizzazioni sindacali rappresentative con la parte pubblica presso l’Aran sul rinnovo del contratto 2022-24 previsto per il prossimo 28 maggio.


“A fine mese – annuncia Marcello Pacifico – ribadiremo l’esigenza di trovare risorse fresche da mettere nel tabellare delle buste paga del personale scolastico, di introdurre delle indennità, legate ad esempio al prestare il servizio fuori sede o in zone montane, oltre che introdurre i criteri da definire in contrattazione integrativa i buoni pasto, dare maggiore spazio al confronto rispetto all'Informativa e in tempi certi. Il tema dei buoni pasto è stato già da noi introdotto nel precedente incontro di inizio maggio. Fare un passo avanti, mettendo tutti d’accordo sul principio, sarebbe per noi già importante. Se in altre amministrazioni pubbliche i buono pasto vanno dati anche a chi sta in smart working, perché chi lavora a scuola, spesso ben oltre la pausa pranzo, perché non si continua a nicchiare?”.


L’assegnazione dei buoni pasto rappresenterebbe un ‘ristoro’ non da poco: Anief ricorda che confrontando l’Italia con Francia, Germania e Spagna, emerge che il nostro Paese registra stipendi più bassi a parità di costo della vita. Secondo gli economisti, nel 2023 il reddito netto medio di un single senza figli nell’Unione Europea è stato pari a 27.500 PPS, mentre in Italia si è fermato a 24.000 PPS, segnando un divario del 15% rispetto alla media europea. Di fatto, assistiamo in Italia ad un ampio scarto tra stipendi e spese quotidiane, che portano ad una condizione di scarso potere d’acquisto, perché i salari risultano meno competitivi rispetto ai prezzi di beni e servizi. Sotto accusa anche il livello di tassazione. Secondo il dossier, infatti, in Italia un aumento dello stipendio lordo può persino tradursi in una riduzione del reddito netto, evidenziando il peso del sistema fiscale sulla capacità di spesa dei lavoratori.


Per questi motivi, il giovane sindacato ha chiesto, continua il suo presidente, “un fondo per la formazione continua, destinato ad esempio alla costituzione del middle management, e di quello per la continuità del servizio scolastico e didattico, che potrebbe finanziare l’indennità di trasferta. Come crediamo sia giunto il momento di rimettere alla contrattazione integrativa parte del fondo Mof ai buoni pasto, come già avvenuto nel precedente Ccnl per la formazione, di utilizzare i risparmi derivanti dal dimensionamento scolastico per rafforzare le indennità dei Dsga. Oltre che di impiegare le economie generate dalle ex progressioni economiche per migliorare le retribuzioni del personale amministrativo, tecnico e ausiliario”.



“Vanno trovate – continua Pacifico - le risorse da assegnare ai lavoratori più fragili e meno tutelati, a partire dai precari. Certamente, per fare questo c’è bisogno della volontà politica. Ricordiamo però anche che una sentenza della Corte di Cassazione del 7 marzo scorso ha decretata illegittima l’abolizione del primo gradone stipendiale”. Anief ricorda, infine, che in caso di firma del Ccnl 2022-2024, sarà a seguire possibile aprire nuove trattative già a partire da quella relativa al triennio 2025-2027, con la possibilità di ulteriori 150 euro di aumenti. E poi anche per il successivo triennio 2028-2030, con altri 150 euro sempre lordi e medi. “Parliamo di un potenziale incremento totale di 450 euro lordi mensili entro il 2030”, conclude Pacifico.


di LA REDAZIONE



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