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Recalcati, i miracoli nell'ora di lezione sono due: la giovinezza si affaccia al miracolo dell'amore e l'alunno diventa amante della cultura...

Aggiornamento: 15 ore fa

Ecco un bravo maestro è colui che fa percepire la vibrazione del corpo del testo ma è anche colui che mentre rende il testo, cioè gli oggetti teorici di cui si occupa, chiari…


La funzione svolta da un maestro, nell’ambito del processo formativo e di crescita di ogni giovane allievo, costituisce da sempre una funzione di notevole importanza, garantendo agli studenti la trasmissione non solo di nozioni ma anche e soprattutto di principi e valori guida da custodire gelosamente, grazie ai quali poter agire in futuro responsabilmente e consapevolmente.


A tal fine lo psicoanalista e saggista italiano Massimo Recalcati, attraverso una considerevole riflessione, esprime il suo pensiero in merito, soffermandosi proprio sulle due anime di cui si compone la scuola.

“Possiamo individuare almeno due anime fondamentali della scuola. La prima anima è l’anima del dispositivo, la scuola è un dispositivo, funziona obbedendo a delle leggi anonime: il calendario, i programmi. La scuola è un luogo dove si consuma una routine; potremmo dire anche che questa routine, dove la scuola si consuma, può consumare anche i migliori insegnanti, per esempio quelli che per trent’anni svolgono lo stesso programma imposto dai diversi Ministeri, alla fine anche la loro passione più entusiastica si consuma in questa routine ripetitiva in cui il dispositivo grigio della scuola consiste.

Noi però non possiamo fare a meno di questo dispositivo perché anche il dispositivo è essenziale alla scuola per una serie di ragioni: intanto perché impone ai nostri figli giustamente altre leggi, altri regolamenti, diversi da quelli che regolano la vita della famiglia; impone una ‘dematernalizzazione della lingua’, tutti noi in famiglia parliamo la stessa lingua, la lingua della famiglia, e la scuola ci obbliga a modificare il registro linguistico, ad incontrare altre lingue, altre culture, altre razze”, in tal modo lo psicoanalista inizia la sua profonda disamina attraverso un’analisi attenta e dettagliata.

“La seconda anima della scuola non è l’anima grigia dei dossier, dei calendari, della routine; la seconda anima della scuola è quella che ci ha appassionato tutti, e la potremmo chiamare l’anima della luce.

La prima anima è l’anima del dispositivo, è una parola di Foucault, che assimila la scuola al carcere, all’ospedale; la seconda anima è l’anima della luce e che cos’è l’esperienza della luce? L’esperienza della luce è l’esperienza della lezione. Siamo di fronte a dei teoremi di geometria incomprensibili, siamo di fronte ad un’opera d’arte di straordinaria complessità, siamo di fronte al testo di Dante che non riusciamo a decifrare, e la parola del maestro ha la potenza dell’illuminazione”, così come ci spiega Massimo Recalcati soffermandosi proprio sulla seconda anima illuminante della scuola.


“L’esperienza dell’apprendimento non è solo un fatto cognitivo: c’è il corpo che vibra come vibra il testo. Ecco un bravo maestro è colui che fa percepire la vibrazione del corpo del testo ma un bravo maestro è anche colui che mentre rende il testo, cioè gli oggetti teorici di cui si occupa, chiari, trasmissibili, non li può mai rendere del tutto trasparenti. Il maestro è la figura che porta la luce ma insieme alla luce porta anche l’intrasmissibile del testo, cioè il punto dove il testo risulta ininterpretabile, dove il testo non si apre ma si chiude. L’inciampo del maestro manifesta non tanto la debolezza del suo insegnamento ma la forza testimoniale del suo insegnamento”, queste le magnifiche parole dello psicoanalista che lasciano senza fiato e che inducono ad un’intima riflessione.


Un vero maestro illumina il testo ma custodisce anche l’inesauribilità del testo.

Si pensi, ad esempio, ad alcuni testi come quelli di Shakespeare, Freud, Goethe, Omero, che possono essere definiti testi classici perché si rivelano inesauribili ad ogni lettura, inesauribili ad ogni interpretazione, perché desideriamo ardentemente leggerli ancora una volta, senza mai annoiarci.

“Ancora è la parola che qualifica l’evento della lezione: quando una vera lezione finisce, gli allievi si guardano tra loro e pensano ancora, ne vogliamo ancora”, così come evidenzia Massimo Recalcati senza alcuna esitazione.

“È solo il contagio con il desiderio del maestro che produce il desiderio dell’allievo, è la vocazione al sapere del maestro che genera la vocazione al sapere dell’allievo. Il compito primo di ogni maestro non è quello di trasmettere il sapere ma di portare il fuoco, cioè accendere il desiderio di sapere”, queste le importanti parole attraverso le quali lo psicoanalista evidenzia la funzione fondamentale svolta dal maestro che si svuota del sapere per diventare amante del sapere, riaccendendo negli allievi passione e desiderio.


Con il passare del tempo ciò che non dimenticheremo del nostro maestro è il suo stile, cioè la sua capacità di trasformare il libro in corpo, che a sua volta trasforma l’allievo da recipiente ad amante.

Ma ciò è possibile solo se il maestro, mentre prova a portare il fuoco, si espone al rischio del fallimento, dell’inciampo, della caduta: le vere lezioni non passano attraverso nozioni morte ma passano attraverso il rischio della parola.

L’insegnante, per non lasciarsi consumare dal dispositivo, mentre spiega, impara, mentre spiega quella cosa che già conosce, nella misura in cui si lancia nel rischio di dirla con parole nuove, la scopre differente.

Quindi due miracoli accadono ogni volta nell’ora di lezione: il primo miracolo è quando il libro si trasforma in corpo, il libro diventa qualcosa di vivo e trasforma l’allievo in amante; il secondo miracolo si ha quando è il corpo che diventa libro, perché noi sappiamo che a scuola si fa non solo esperienza di libri ma anche di corpi, la scuola è un luogo di incontri, il luogo dove la giovinezza si affaccia al miracolo dell’amore.


La scuola svolge un ruolo di prevenzione primaria, cioè introduce i nostri figli al miracolo dell’amore, al miracolo dell’incontro, e tale miracolo si verifica solo quando il corpo dell’altro non è depredato, saccheggiato, ma è vissuto come se fosse un libro, e ciò impone gentilezza, rispetto, tempo, pazienza e curiosità della lettura.

Ecco allora l’importanza di un bravo maestro capace, con le sue parole ed il suo carisma, di illuminare, trasformando l’allievo in un amante, accendendo in quest’ultimo un profondo desiderio di sapere, perché dove c’è cultura c’è desiderio di vita.



di VALENTINA TROPEA

EDUCAZIONE
E CULTURA

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