Testo PDF e nota ANQUAP
Il Ministro Bianchi ha firmato il Piano Scuola 4.0, ricompreso nel PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Missione 4: Istruzione e Ricerca, Componente 1 – Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Università – Investimento 3.2: Scuola 4.0 Il Piano, composto di 24 pagine, ripercorre quanto è stato fatto in materia di digitalizzazione per poi analizzare quanto si farà in particolare con i finanziamenti del PNRR.
ANQUAP ha emesso una nota informativa in data odierna in merito al documento sopracitato.
ANQUAP evidenza alcuni tra gli acronimi e inglesismi che si possono leggere nelle 24 pagine del piano scuola 4.0: PNSD, Azione LIM, Azione Cl@ssi 2.0, REACT-EU, BUL, PON (immancabile), team di docenti per l’innovazione, équipe (non facciamoci mancare il francesismo) territoriali formative, Future labs, SPID, CIE, PagoPA, AppIO, cloud, wireless, Scuola connessa, STEM, ScuolaFutura, DigCompEDU, DigComp 2.2, Erasmus+, Citizen experience, ICILS, disegno (design) SELFIE, target, e-learning, Next Generation Classrooms, peer learning, problem solving, leadership pedagogica, multiliteracies, debate, gamification, feedback, e-twinning, autoriflessione SELFIE for teachers, Next Generation Labs, blockchain, stampa 3/D e 4/D, Big Data, cybersicurezza, l’ecommerce, cloud computing, making, job shadowing, approccio work based learning, project based learning, sperimentazione tecnologia 5G, labs, realtà aumentata, realtà virtuale, ITS, PCTO, Roadmap, CUP, Task force Scuole, DNSH – Do No Significant Harm, tag digitali, dashboard.
Chi lavora da tanti anni nella scuola, i vari interventi in testa all’elenco li ha vissuti quasi tutti in
prima persona.
Gli obiettivi del PNRR Italia per la digitalizzazione delle scuole sono di altissimo livello:
Didattica digitale integrata e formazione sulla transizione digitale del personale scolastico 20.000 corsi per formare 650.000 unità di personale per un investimento complessivo di 800 milioni di euro;
Nuove competenze e nuovi linguaggi per lo sviluppo di competenze informatiche per far sì che il sistema scolastico possa svolgere un ruolo attivo verso i lavori del futuro per un investimento complessivo di 1,1 miliardo di euro;
Scuola 4.0 – Scuole innovative, nuove aule didattiche e laboratori per la trasformazione di 100.000 classi in ambienti di apprendimento innovativi per un investimento complessivo di 2,1 milioni di euro;
Sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria (ITS) finalizzato alla valorizzazione della filiera formativa specialistica legata all’Impresa 4.0, Energia 4.0 e Ambiente 4.0 e al potenziamento con tecnologie digitali per un investimento complessivo di 1,5 miliardi di euro;
Il tutto in sinergia con il Piano di sostituzione degli edifici scolastici e di riqualificazione energetica che interverrà su 200 edifici scolastici.
Nel piano vengono descritte le diverse misure normative di rafforzamento dell’educazione digitale come l’individuazione della figura dell’animatore digitale in ogni scuola e l’incremento della dotazione organica degli assistenti tecnici di 1000 unità.
IL COMMENTO DI ANQUAP
“Tante, forse troppe azioni che si sono sovrapposte, sfiorate, incrociate senza capire quale sia stata la vera efficacia delle stesse e quali risultati abbiano prodotto.
Prendiamo, ad esempio, le sedute innovative che il ministero ha inviato – solo alle scuole che le hanno richieste - nel periodo emergenziale. Se si vogliono “trasformare gli ambienti dove si svolge la didattica curricolare”, come scritto nel piano scuola 4.0, queste tipologie di sedute/banchi, per prime, consentono proprio di “rompere” lo schema tradizionale di insegnamento frontale e di sperimentare nuovi modi di fare didattica.
In Italia siamo invece passati subito agli slogan politici definendo questi nuovi arredi “banchi a rotelle”. Di più. Dai media abbiamo appreso che a Venezia una scuola ha ben pensato prima di chiederli al Ministero per poi buttarli in discarica. Per fortuna che ci sono anche esempi positivi. E’ il caso di un dirigente scolastico di Brindisi (Salvatore Giuliano, già sottosegretario all’Istruzione), - sicuramente più illuminato – che ha attuato il “ri-uso” / “riciclo” facendosi mandare queste sedute dalle scuole che già dopo pochi mesi non sapevano più cosa farne.
Probabilmente, è prevalsa la resistenza di docenti conservatori che non hanno alcuna intenzione di discostarsi dalla cosiddetta didattica frontale: tutti in file ben ordinate davanti alla cattedra.”
di VALENTINA ZIN
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