Il 25 maggio, durante l'audizione tenuta dal Ministro Bianchi davanti alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Istruzione sulle misure di attuazione del Pnrr, lo stesso Ministro ha dichiarato che per lui le classi pollaio non sono un problema, bisogna sfatare questo falso mito: sono “solo” 13 mila i casi in cui sono presenti più di 26 alunni in un totale di 250 mila classi complessive.
Le classi pollaio
Il dicastero di Viale Trastevere ha voluto ricordare che: “da qui ai prossimi 10 anni si stima una contrazione del numero degli studenti di 1.4 milioni. Una riduzione di questa natura cambia la struttura sociale del Paese”.
Sulle classi pollaio, su cui c’è tanto allarmismo, precis che “oggi le classi in Italia in media hanno meno di 20 alunni, quindi la vera emergenza, da qui a due anni, non saranno più le classi pollaio ma il fatto che non riusciremo a fare le prime”.
Il calo demografico
“Il profondo declino demografico previsto dal 2021-22 e per i prossimi 10 anni porterà ad una contrazione del numero degli studenti che andrà a cambiare la struttura sociale della scuola che deve essere più partecipata e più affettuosa, come dico sempre io”.
“Già oggi molte parti periferiche d’Italia rischiano di non aver bambini sufficienti per fare le prime; in montagna andiamo verso i comprensivi di valle. Abbiamo con il Mef assunto un impegno: fino al 2026 non tocchiamo il numero degli insegnanti. Dopo il 2026 – ha concluso Bianchi – le risorse andranno sempre alla scuola, sono previsti 3,5 miliardi”.
Parametri minimi
18 alunni all’infanzia, 15 alla primaria, 18 alle medie e 27 alle superiori. Solo in presenza di alunni disabili si possono ridurre.
Soglie massime
29 allievi all’infanzia, 27 alla primaria, 28 alle medie e 30 alle superiori.
Molto spesso, nelle classi superiori, il limite di 30 alunni non viene rispettato: in alcuni casi troviamo la presenza di più di 30 alunni in aule anche poco capienti.
di VALENTINA ZIN
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