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Pensione complementare, sindacati convocati al Ministero dell’Istruzione: Anief conferma il suo no verso la formula del silenzio-assenso


"Al Ministero dell’Istruzione si torna a parlare di adesione al Fondo pensione complementare “Espero”:... "


Al Ministero dell’Istruzione si torna a parlare di adesione al Fondo pensione complementare “Espero”: domani, mercoledì 21 maggio alle ore 11, i sindacati rappresentativi sono stati convocati dall’amministrazione centrale per una Informativa sulla Circolare ministeriale, in via di pubblicazione, relativa alle modalità di adesione proprio al cosiddetto Fondo Espero, a seguito della formula del silenzio-assenso approvata un anno e mezzo fa con il consenso delle stesse organizzazioni sindacali, escluso l’Anief.


Il 16 novembre 2023, infatti, l’Aran e i sindacati istitutori del fondo (tutti quelli rappresentativi del comparto tranne ANIEF) hanno sottoscritto un accordo che introduce l’iscrizione automatica al Fondo del personale docente, Ata ed educativo immesso in ruolo a partire dal mese di settembre 2019. Questa adesione mediante silenzio-assenso è detta “adesione tacita”. Entro i nove mesi successivi, il lavoratore riceverà una comunicazione di avvenuta iscrizione al fondo alla quale dovrà rispondere entro un mese. Senza alcuna risposta, risulterà iscritto al Fondo Espero dalla data di ricezione della comunicazione.


Sembrerebbe che tale comunicazione sia pervenuta anche a lavoratori a tempo determinato e a lavoratori assunti in data successiva al settembre 2019.

Secondo l’Anief, però, il meccanismo del silenzio-assenso non può essere considerato accettabile, laddove si discute di come far impiegare ai lavoratori le risorse per la previdenza complementare: “Fornire un’informativa in forma scritta ai neoassunti all’atto della firma del contratto individuale di assunzione a tempo indeterminato – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - non garantisce la piena consapevolezza dei lavoratori per l’adesione al fondo. Altrettando discutibile è che in forza del sistema del silenzio-assenso, i dati dei lavoratori siano automaticamente trasferiti al fondo e che il diritto di recesso senza costi sia esercitabile solo entro trenta giorni. Sappiamo con quanta burocrazia hanno a che fare tutti i giorni i lavoratori del mondo della scuola, è semplicemente più probabile che l’informativa sul fondo venga presa come un obbligo a cui ottemperare”.


Anief ricorda che è sempre possibile attuare delle previsioni sul proprio stato contributivo, anche attraverso il Simulatore scenari pensionistici messo a  disposizione dall’Inps, così da rendersi conto che il vitalizio che garantisce il modello di previdenza integrativa produce un ritorno modesto. Per tale motivo, il sindacato ritiene inaccettabile la forzatura su Espero e invita tutto il personale scolastico a valutare con attenzione l’adesione esprimendo entro il termine previsto espresso assenso o diniego all’adesione, per evitare un’attivazione automatica non desiderata del Fondo. Al fine di ricevere le informazioni necessarie per una scelta consapevole, Anief mette a disposizione dei lavoratori della scuola le sue sedi territoriali.



L’ACCORDO RAGGIUNTO CON GLI ALTRI SINDACATI

Il sindacato ricorda anche che l’adesione al Fondo Espero, così come prevista dell’accordo di un anno e mezzo fa che Anief respinge, prevede che il lavoratore versi mensilmente una quota pari almeno all’1% della propria retribuzione e l’intero TFR (per gli assunti in ruolo dopo l’anno 2000 e per il personale a tempo determinato); dal canto suo, il datore di lavoro – lo Stato – versa una quota aggiuntiva pari all’1% della propria retribuzione. Le quote versate vengono investite dal Fondo, al fine di costituire un trattamento previdenziale complementare che andrà a sommarsi, al momento del pensionamento, a quello obbligatorio del personale della scuola.


L’accordo è immediatamente operativo per il personale a tempo indeterminato, ma nel testo è presente una dichiarazione congiunta per l’estensione del meccanismo di adesione al Fondo tramite silenzio-assenso anche al personale a tempo determinato (da notare un probabile refuso nel testo che indica nel 1° settembre 2023 il termine entro cui valutare la possibilità di estensione, ma poiché tale termine è già trascorso si ritiene che il termine effettivo possa essere il 1° settembre 2024).


Con l’introduzione dell’iscrizione al Fondo attraverso il silenzio-assenso, l’amministrazione dovrà solo fornire al momento dell’assunzione un’informativa al lavoratore sulle modalità di adesione, con espresso riferimento all’iscrizione tramite silenzio-assenso, e sulla previdenza complementare (anche con un semplice rinvio al sito del Fondo Espero). Il lavoratore da quel momento avrà nove mesi per comunicare ad Espero se intende o meno aderire, ma se non comunicherà nulla allora scatterà l’adesione automatica per silenzio-assenso, fatta salva la possibilità di esercitare il diritto di recesso entro i 30 giorni successivi alla comunicazione di adesione che riceverà da Espero: Anief fornisce a chiunque lo richieda il modulo per recedere da Espero, a cui è stato iscritto in modalità automatica.



di LA REDAZIONE



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