Dal Giappone a New York
Dopo due anni caratterizzati da misure restrittive per contenere la diffusione della Pandemia, finalmente quest’anno è sembrata esserci una svolta: a partire dal 1° ottobre è cessato in praticamente tutti i luoghi l’obbligo di utilizzo della mascherina.
Intanto a scuola la mascherina resta obbligatoria solamente per i soggetti fragili e i contatti stretti di casi positivi.
Ma come si stanno comportando gli altri Paesi sulla gestione dei casi positivi?
“Il Corriere della Sera” ha intervistato studentesse e studenti italiani che in questo momento stanno vivendo un periodo di studio all'estero.
Giappone, Filippine e Cile
Francesca Dattero, che sta frequentando la Tanauan National High School, racconta: “Le misure Covid sono rigorosamente rispettate: distanziamento e mascherina sia al chiuso che all’aperto. Nella mia classe siamo in 51 e così la scuola ci divide in due gruppi, batch 1 e 2. Se il batch 1 è a scuola, il batch 2 è a casa per fare attività individuali, e viceversa”.
Tommaso Galimberti, che sta frequentando il quarto anno delle superiori a Sagamihara, racconta: “Tutti ancora indossano le mascherine all’interno degli spazi chiusi, ma anche all’esterno, soprattutto in presenza di altri. Ad ogni scuola viene lasciata la libertà di decidere in quali situazioni richiederne l’utilizzo. Da me si tiene sempre e si toglie solo per il pranzo quando ogni studente mangia il proprio bento in classe. Nella mia classe siamo in 40. Durante il pranzo, per limitare i contatti, non è possibile spostare i banchi o cambiare posto. Tutte le misure sono rispettate ben oltre le raccomandazioni”.
In Cile invece “le classi sono molto numerose: noi siamo in 37. E possono anche mescolarsi tra loro perché abbiamo lezioni in stile americano, con materie a scelte che ci fanno spostare in classi diverse”.
Canada, New York e Svezia
“La principale restrizione riguarda i positivi Se sintomatici bisogna restare a casa. Se asintomatici bisogna portare la mascherina per 10 giorni. Generalmente queste restrizioni vengono rispettate” raccontano dall’Ontario.
A NY non c’è più la dad e non sono più previste restrizioni ”La scuola però si è rinnovata con le lavagne multimediali e con l’utilizzo di pass per spostarsi anche solo per andare in bagno”.
In Svezia, uno dei Paesi che fin dall’inizio della pandemia si è contraddistinto per misure meno rigide “non ci sono restrizioni. Niente distanziamento o mascherine. Da un mese che sono qui, non ho mai visto nessuno indossarla neanche sui mezzi pubblici molto affollati e neanche a scuola. In classe siamo in 32”, racconta una studentessa.
di VALENTINA ZIN
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