CHIEDEVANO FOTO INTIME E DENARO
Una ragazzina di soli 12 anni, frequentante una scuola media nel fiorentino, è stata ricattata e minacciata da coetanei frequentato il medesimo istituto. A scoprire il terribile incubo che stava vivendo la ragazza è stata la madre che ha immediatamente informato le forze dell’ordine e la polizia postale.
La vicenda
Siamo ad ottobre 2021 quando la mamma ha iniziato a vedere i primi cambiamenti nei comportamenti della figlia: usciva molto meno e trascorreva ore ed ore chiusa nella sua stanzetta.
Per i genitori sembrava essere una fase adolescenziale, “un momento negativo magari accentuato dalla pandemia. Però i mesi passavano e la situazione non cambiava" spiega la mamma.
A quel punto mamma e papà hanno deciso di installare un dispositivo di controllo di chiamate e messaggi sul cellulare della figlia, fino a quando, nel mese di dicembre, hanno fatto la terribile scoperta: “ho visto che a mia figlia arrivavano continuamente domande pressanti e minacciose perché spedisse delle foto. Ho quindi capito che veniva ricattata da un gruppetto di bulli. Le hanno chiesto soldi per non divulgare le immagini e le hanno puntato contro un coltellino".
La ragazza era stata ricattata e doveva scegliere tra 3 opzioni: inviare foto sexy, spacciare o pagare 300 euro. La studentessa ha ceduto al ricatto inviando qualche foto privata..
"A quel punto - prosegue la mamma - la situazione è peggiorata ancora, perché i tre hanno iniziato a ricattarla, a chiederle soldi per non diffondere le immagini", ed è proprio in questo momento che si colloca la denuncia alla polizia postale da parte della madre.
I ricatti continuano
"Purtroppo anche dopo il mio intervento le cose sono andate avanti. Mi sono trovata due ragazzi sotto la finestra; ho ricevuto su Instagram la foto di mia figlia con la richiesta di soldi. L'ultima minaccia a lei è di tre giorni fa. Dispiace che in tutto questo la scuola sia stata assente. Non mi hanno accordato la Dad e non sono ancora riuscita a parlare di persona con la preside, che vedrò solo lunedì. Venerdì sono stata tutta la mattina dalla polizia postale che ringrazio per l'ottimo lavoro e la disponibilità. Ho spiegato anche la mia intenzione di dire tutto alla stampa. In tanti mesi di silenzio, mia figlia è stata bersagliata, minacciata, ricattata. Sono arrivati a puntarle un coltellino all'addome per estorcerle altre foto o ancora denaro. Raccontare questi fatti è necessario".
Le parole della preside
"Siamo a conoscenza della situazione e abbiamo attivato le misure previste, separando i percorsi degli alunni e modificando gli orari. In questo modo i ragazzi non si incontrano mai a ricreazione o all'uscita. Purtroppo molte cose accadono fuori dalla scuola, ma da parte nostra c'è la massima disponibilità a lavorare insieme per ridare sicurezza e tranquillità all'alunna e alla famiglia".
di VALENTINA ZIN
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