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Decreto legge PA 2025, le modifiche proposte dalla FLC CGIL per valorizzare i lavoratori e le lavoratrici degli Enti di ricerca non sono state approvate

"La Camera ha approvato il Decreto PA 2025 il 23 aprile scorso. Le modifiche proposte dalla FLC CGIL per valorizzare... "


"La Camera ha approvato il Decreto PA 2025 il 23 aprile scorso. Le modifiche proposte dalla FLC CGIL per valorizzare i lavoratori e le lavoratrici degli Enti di ricerca non sono state approvate. L’unica modifica introdotta riguarda le risorse per la valorizzazione dei tecnici e amministrativi degli Enti di ricerca.


È stato infatti approvato il seguente emendamento, sulla base di quello proposto dai direttori generali di alcuni enti:

7-bis. Le risorse destinate alla valorizzazione del personale tecnico-amministrativo degli enti pubblici di ricerca dall’articolo 1, comma 310, lettera c), della legge 30 dicembre 2021, n. 234, e dall’articolo 1, comma 309, terzo periodo, della legge 30 dicembre 2023, n. 213, possono essere utilizzate, nel limite del 50 per cento di quelle assegnate a ciascun ente, anche con gli strumenti previsti dall’articolo 20, comma 1, lettere c) e d), del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150. A tale fine gli enti di cui al primo periodo possono adottare anche nuovi bandi nonché avvalersi prioritariamente degli esiti delle procedure selettive già svolte".


"Il nostro emendamento, ha affermato la Flc Cgil, era invece il seguente:

Art. 4 comma 7 bis

L’ultimo periodo del comma 309 dell’art.1 della L. 30 dicembre 2023, n.213 è sostituito

come segue:

Le risorse finalizzate alla valorizzazione professionale del personale tecnico amministrativo sono destinate per il 50% all'integrazione delle componenti del trattamento fondamentale diverse dallo stipendio, negli importi da definirsi nell'ambito del contratto collettivo nazionale e per il restante 50%, in deroga ai vincoli previsti dall’art. 23, comma 2, decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, per attivare procedure selettive di progressione professionale, economiche e di livello, tramite nuovi bandi nonché per avvalersi degli esiti delle procedure selettive già svolte.


Art. 4 comma 7 ter

All'articolo 1, comma 310, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, alla fine della lettera c) è aggiunto il seguente periodo:

Dall’anno 2024 le risorse di cui al primo periodo sono destinate per il 50% all'integrazione delle componenti del trattamento fondamentale diverse dallo stipendio, negli importi da definirsi nell'ambito del contratto collettivo nazionale e per il restante 50%, in deroga ai vincoli previsti dall’art. 23, comma 2, decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, per attivare procedure selettive di progressione professionale, economiche e di livello, tramite nuovi bandi nonché per avvalersi degli esiti delle procedure selettive già svolte".


"Come abbiamo da subito sostenuto, afferma il sindacato, era necessario un emendamento per l’utilizzo dei fondi per la valorizzazione dei IV-VIII, che facesse riferimento sia al comma 309 della legge di bilancio 2024 (Enti non MUR) che al comma 310 della legge di bilancio 2022 (Enti MUR). E almeno su questo punto l’emendamento approvato è chiaro. Resta fermo che, laddove siano stati già sottoscritti accordi per l’utilizzo di tali risorse per gli anni 2022 e 2023, tali accordi vadano applicati. Le nostre proposte miravano a sottrarre tutte le risorse a meccanismi di “premialità”, dedicandone il 50% all’aumento dell’indennità di ente e il restante 50% a scorrimenti e nuovi bandi art. 53 e 54, esplicitamente derogando dalla norma che impone il blocco dei fondi accessori".


"L’emendamento dei direttori generali, continua la Flc Cgil, di alcuni enti di ricerca invece lascia intatta la norma che collega i fondi a fantomatici “progetti”, dando però la possibilità di usare fino al 50% delle risorse per scorrimenti e/o nuove procedure di progressioni, riferendosi non agli istituti contrattuali ma alla legge Brunetta, senza esplicitare la deroga al blocco dei fondi accessori. Ribadiamo quello che abbiamo sostenuto strenuamente nel corso degli anni: occorre erogare i fondi al personale il più velocemente possibile. Per gli Enti MUR si tratta di risorse trattenute già per oltre 3 anni! Il nostro emendamento avrebbe permesso un utilizzo immediato di tali fondi. Auspichiamo che le modifiche introdotte alla Camera siano comunque sufficienti per sbloccare almeno subito gli scorrimenti delle graduatorie esistenti".


"Restano intatti i problemi ulteriori ai quali intendevamo porre una soluzione con le altre nostre proposte emendative, sulla possibilità di scorrere le graduatorie art. 15 di Enti MUR e non MUR al di là dei fondi aggiuntivi già previsti, nonché sullo sblocco dei fondi accessori e il riallineamento delle indennità per oneri specifici degli Enti. È da evidenziare che, oltre a un importante intervento di perequazione dell’accessorio nelle Funzioni centrali, lo stesso Decreto PA ha disposto una deroga al blocco dei fondi accessori per gli Enti locali, aggiunta in sede di conversione in legge alla Camera".


"La FLC CGIL auspica quindi interventi legislativi che diano risposte al personale e continua a lavorare perché si valorizzino ricercatori, tecnologi, tecnici e amministrativi degli Enti di ricerca. Al contempo, conclude la Flc Cgil, ci adopereremo perché il CCNL recepisca e migliori quanto previsto dalle norme, vigilando affinché i fondi al momento destinati al personale non vadano dirottati in alcun modo ad altri scopi".





di KATIA PIEMONTESE



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