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Crepet: il vero talento richiede un ostinato cammino contro la corrente, contro le ovvietà, contro tutto ciò che è scontato, per vincere ed essere unici e irripetibili

Aggiornamento: 21 ore fa

Imbattersi in giovani capaci di pensare e decidere con la propria testa, senza farsi condizionare o ricercare consenso, non è così semplice in una società come la nostra nella quale…


Imbattersi in giovani capaci di pensare e decidere con la propria testa, senza farsi condizionare o ricercare consenso, non è così semplice in una società come la nostra nella quale “scompaiono le individualità per lasciare posto a masse asservite”, così come ci spiega il sociologo e psichiatra Paolo Crepet senza alcuna esitazione e con grande forza e determinazione.


È proprio per tale ragione che la ribellione diventa fondamentale: “non parlo della forza bruta e iconoclasta che distrugge per il gusto di farlo. Parlo di quella capacità straordinaria che va insegnata ai più giovani perché decidano e facciano con la propria testa”, queste le significative parole dello psichiatra.

La democrazia ha concesso a tutti noi la libertà di opinione e di scelta e la tecnologia digitale, permettendoci di essere tutti connessi, ha comportato però un prezzo salatissimo da pagare: paradossalmente siamo tutti liberi di dire ciò che pensiamo ma attraverso strumenti sempre più omologati.


Ma non dobbiamo mai dimenticare che è stata proprio la libertà di scelta che ha reso possibile il progresso ed essa si basa su talento, creatività e coraggio di manifestarla.

Si pensi, ad esempio, quando un tempo a scuola i ragazzi discoli venivano cacciati dall’aula per un atteggiamento indisciplinato, non avendo rispettato le regole prestabilite dall’istituto, e quel “non allineamento” veniva punito e sanzionato.

“Voglio solo segnalare che, a volte, uno spirito libero ha bisogno di steccati da superare, di limiti da oltrepassare, anche a costo di venire punito. Essere indisciplinato non significa, necessariamente, odiare le regole, ma sentire dentro di sé la vocazione a fare di testa propria, seguire la propria indole. Il problema non è il ragazzo indisciplinato, ma l’educatore che lo giudica. Infatti, la cosa più difficile è capire perché quell’adolescente si rifiuta di seguirle: se per puro istinto oppositivo, oppure perché vi è una capacità critica che gli fa prefigurare un altro e diverso modo di apprendere. In ogni caso, si tratta di persone interessanti: il vero insegnante non dovrebbe seguire solo i primi della classe, ma anche gli ultimi, quelli che tendono a uscire dal gruppo”, in tal modo continua la sua considerevole disamina Paolo Crepet.


D’altronde in un atteggiamento ribelle spesso si nasconde un “talento diversamente positivo” e gli educatori, in qualità di genitori e di insegnanti, dovrebbero essere in grado di far emergere tali personalità, guardando oltre ed intravedendo negli occhi di alcuni un bagliore particolare, consentendo alla loro creatività ed al loro estro di poter rifiorire, senza mai desistere, ma anzi riscoprendo potenzialità solo apparentemente celate.

Infatti le anime più prodigiose non sono quelle che si allineano, anzi il vero talento richiede un ostinato cammino contro la corrente, contro le ovvietà, contro tutto ciò che è scontato

“Eccellere non significa vincere, ma ambire a essere unici, irripetibili”, queste le parole di Paolo Crepet con le quali conclude la sua significativa riflessione.



di VALENTINA TROPEA

EDUCAZIONE
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