A due mesi dall’inizio delle lezioni dell’anno scolastico 2021/22, sono state indicate dal Governo le nuove regole per la gestione dei casi positivi sul territorio nazionale, con l’obiettivo di assicurare le lezioni in presenza.
Il Miur ha inviato alle scuole il protocollo con le nuove indicazioni, un punto importante tra queste è il caso della quarantena che scatta in automatico se si evidenzia un focolaio a partire dal terzo caso di contagio in classe.
Il Presidente nazionale ANP, Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli lamenta : “Risorse umane inadeguate nel numero”
“La scuola è riconosciuta, sin dall’inizio dell’emergenza pandemica, quale una delle istituzioni più affidabili per l’attuazione delle misure di contenimento del contagio. Questo in virtù della serietà e della dedizione finora dimostrate concretamente da tutti i suoi operatori e, in primis, dai dirigenti scolastici sui quali incombono le maggiori responsabilità” – e ancora – “Prendiamo atto del supporto operativo fornito dal Ministero dell’istruzione per facilitare l’attuazione di adempimenti che, ribadiamo, non rientrano nelle prerogative dei dirigenti scolastici. Lo stesso Ministero, tuttavia – precisa Giannelli – non può limitarsi a fornire indicazioni e continuare a non avere consapevolezza della gravità della situazione. I dirigenti scolastici continuano a garantire l’esercizio del diritto allo studio nonostante dispongano di risorse umane inadeguate nel numero e, spesso, nella preparazione professionale”.
“La scuola ha contribuito al contenimento del contagio”
in Sicilia prosegue il lavoro dei presidi nell’attuazione delle direttive ministeriali.
Anna Maria Catalano, presidente provinciale di Palermo dell’Associazione Nazione Presidi, nonché dirigente scolastico del Liceo Cannizzaro di Palermo, dice:
“In questo terzo anno dell’epoca Covid, la scuola ha ricominciato in presenza, affrontando con determinazione e la (collaudata) resilienza, problemi vecchi e nuovi. Problemi vecchi legati alla carenza di locali adeguati e pensati per le esigenze pedagogiche del nuovo millennio e problemi nuovi legati all’emergenza sanitaria. Dal mantenimento delle distanze (1 metro tra ogni banco) che non sempre è possibile garantire – spiega Catalano – all’areazione dei locali resa difficile dai rumori della strada e dalle finestre a vasistas, dalla pulizia costante di locali e arredi, al mantenimento per 5/6 ore della mascherina che impedisce di respirare pienamente e rende difficile dialogare”.
“In ogni caso la scuola c’è, e lavora a tempo pieno, anche nel pomeriggio con corsi aggiuntivi – spiega Catalano – per recuperare le difficoltà scolastiche che si sono evidenziate e aggravate durante i due, difficili, anni precedenti.
Il personale aggiuntivo per le attività di recupero e per la gestione della scuola al tempo del covid (docenti, collaboratori, amministrativi), è stato assunto fino al 31 dicembre 2021, grazie ad appositi fondi ministeriali e si spera venga mantenuto per l’intero anno scolastico. La nota tecnica elaborata dall’Istituto Superiore di Sanità, dal Ministero della Salute, dal Ministero dell’Istruzione e dalle Regioni – puntualizza Catalano – ha inteso fornire supporto operativo al dirigente scolastico nelle iniziative da assumere in presenza di casi positivi Covid”.
La scuola si conferma presidio della salute pubblica
“Ancora una volta la scuola viene chiamata ad andare oltre le sue competenze e a collaborare attivamente quale segmento dello Stato, nella lotta alla pandemia. Insieme alla sanità – prosegue Catalano – la scuola ha contribuito al contenimento del contagio e si conferma presidio della salute pubblica, sia attraverso una capillare campagna di informazione e formazione di tutta la comunità, sia attraverso speciali misure organizzative di prevenzione e monitoraggio. Le scuole resistono e faranno tutto quello che è necessario fare, per garantire istruzione e formazione alle giovani generazioni, a partire dalle percentuali altissime di vaccinati tra lavoratori e studenti. Comportamenti corretti, senso civico e cultura scientifica sono il vero patrimonio che il Covid ci ha lasciato e che consentirà la realizzazione del Piano di Ripresa e Resilienza”, conclude il presidente dell’Anp Palermo.
di CARLO VARALLO