L’85% DEGLI STUDENTI SOFFRE D’ANSIA E NON È SODDISFATTO DEL PROPRIO PERCORSO SCOLASTICO
Tutto è partito dalla protesta del Liceo Gioberti di Torino ma ad oggi sono otto gli istituti italiani che ne hanno aderito: cortili, palestre e scuole occupate per difendere e tutelare la salute mentale di tutti quegli studenti che, specialmente in questi due anni di pandemia, si sono sentiti abbandonati a loro stessi.
Il Collettivo Gioberti ha recentemente realizzato un sondaggio che ha coinvolto più di 1300 iscritti il quale ha evidenziato che l’85% dei rispondenti ha ansia nell’andare a scuola e non è soddisfatto del proprio percorso scolastico, perché i voti ottenuti non rispecchiano la loro preparazione effettiva.
In molti ritengono che il sistema valutativo italiano sia opprimente, senza lasciare spazio al dialogo. Questo tipo di sistema genera inevitabilmente frustrazione, che in alcuni casi si traduce con attacchi di ansia e di panico.
Secondo Giulia, 18enne del Collettivo Gioberti: “Un altro nodo cruciale su cui ci siamo confrontati durante l’occupazione riguarda la preparazione dei docenti in ambito pedagogico e psicologico. Spesso gli insegnanti hanno in mente un modello di studente che non corrisponde alla realtà: non siamo automi, svolgiamo altre attività oltre allo studio e abbiamo il desiderio di partecipare attivamente alle lezioni. E poi siamo tutti diversi: esistono i Dsa (Disturbi specifici dell’apprendimento) e i Bes (Bisogni educativi speciali), che hanno metodi di apprendimento diversi, a cui un insegnante deve sapersi approcciare”.
Anche gli studenti del Liceo Alfieri seguono la linea dei colleghi sopra citati occupando l’istituto già a partire da lunedì 7 febbraio.
All'Alfieri però la situazione è differente: il liceo dispone di uno sportello di supporto psicologico per 2 volte alla settimana, al quale è possibile usufruire del servizio semplicemente prenotando un appuntamento tramite mail.
Lo sportello è sempre stato operativo, anche in periodo di Pandemia, dedicando per ogni studente un incontro di 30-40 minuti.
Simona Tomasi Cont, psicologa-psicoterapeuta sistemica-relazionale, è la responsabile dello sportello, ed ha evidenziato alcuni dei principali disagi degli studenti: “L’ansia è il tema più affrontato, in tutte le sue declinazioni: è spesso legata alla prestazione scolastica, alla gestione del tempo e del carico di lavoro, con i ragazzi che appaiono disorientati dopo la Didattica a distanza.
Seguono problemi legati a identità di genere e orientamento sessuale, difficoltà nelle dinamiche relazionali tra adolescenti e docenti o adolescenti e genitori: l’impressione è che il Covid abbia esacerbato un malessere che c’era già prima, portando a galla la frustrazione dei giovani, che hanno perso la socialità, la scuola in presenza, lo sport come momento aggregativo”, conclude la dottoressa.
Ma nonostante la forte attenzione che pone il liceo su queste tematiche delicate, le ore non sarebbero sufficienti a rispondere a tutte le richieste: il servizio non è dedicato solo a studenti ma a tutti coloro che ne avessero bisogno come ad esempio genitori o professori.
“Servirebbero più ore e sarebbe necessario dedicare tempo alla formazione degli insegnanti, per aiutarli a capire come porsi nei confronti di alcuni studenti. La dirigenza dell’Alfieri è molto attenta a questi temi e fino all’anno scorso lavoravo insieme a una collega che si occupava degli incontri di classe”.
di VALENTINA ZIN
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