La società A2A dovrà pagare quasi 700 mila euro
La pandemia ha colto tutti impreparati, tanto che per far fronte alla situazione, in mancanza di mascherine chirurgiche, nella primavera del 2020 sono stati prodotti 218 milioni di mascherine, senza alcuna certificazione, con materiali scaduti, che non è stato possibile utilizzare.Dal 2020, tonnellate di tessuto, impiegato per la realizzazione delle mascherine, giacciono nei magazzini, occupando un volume di 40 metri cubi, dunque, sul loro stoccaggio la struttura commissariale di Francesco Figliuolo paga ogni mese oltre un milione di euro.
Come smaltire migliaia di tonnellate di mascherine inutilizzabili?
Una parte delle mascherine verrà distrutta, mentre per la parte rimanente si spera che vi sia un acquirente il cui obiettivo è quello di riciclarne il materiale.
A farlo sarà la società A2A, che ha vinto il bando per lo smaltimento. Secondo le intenzioni della società, una parte delle mascherine potrebbe essere bruciata, utilizzando gli impianti di termovalorizzazione, un’ altra parte, anche se minima, invece potrebbe essere riciclata. Per lo smaltimento delle mascherine la società A2A dovrà pagare quasi 700 mila euro.
Per procedere allo smaltimento delle mascherine, all’ estero è stato studiato il riutilizzo del materiale usato per quelle chirurgiche, miscelandolo a materiale edile, in modo da ottenere materiale da costruzione. Questa soluzione potrebbe essere presa in considerazione anche in Italia.
di ISABELLA CASTAGNA
contatti: redazione@ascuolaoggi.it - info@ascuolaoggi.it