Promossa la Prima giornata europea delle lingue e culture antiche dal Ministro dell’ Istruzione francese Jean- Michel Blanquer. Redatta anche una Dichiarazione,con la collaborazione dei ministri Patrizio Bianchi, Niki Kerameus e Prodromos Prodromou, per rafforzare la cooperazione per lo studio del latino e del greco, che sono, a loro parere,l’ eredità viva e caratterizzante della base comune della cultura europea e mediterranea, e la linfa delle loro rispettive lingue.
Da anni, purtroppo si è scettici riguardo all’ importanza che queste lingue possono avere nella società odierna, una società globalizzata, dove sembra improbabile che lo studio delle lingue antiche possa essere fondamentale.
Per secoli la cultura occidentale ha avuto sentimenti positivi verso le proprie radici culturali, promotrice di questa continuità è stata, da sempre , la scuola, che garantiva il permanere dell’ antico attraverso l’ insegnamento delle lingue classiche.
L’ epoca moderna, però, ha fortemente messo in discussione l’ importanza dello studio delle lingue classiche, facendo spazio alle conoscenze scientifiche e tecnologiche e alle lingue vive, per un apprendimento più immediato e pratico, indispensabile nella società odierna.
Pertanto la conseguenza di questa nuova concezione di vita ha portato ad un’ evidente riduzione dello studio delle materie classiche. Nonostante si sia assistito a un cambiamento radicale della società, in Italia il Liceo Classico permane ancora e rappresenta, comunque, una delle scuole più prestigiose.
E’ proprio al Liceo Classico che sono stati dedicati due volumi: il primo si intitola “Il Liceo Classico oggi. Dieci voci per sceglierlo tra modernità e tradizione, Il Grifo, 2021”. In questo volume si mostra come gli studi classici possano avere valore formativo nella società complessa odierna.
Il secondo volume si intitola, invece, “Liceo classico per tutti. Venti interviste ad ex alunni eccellenti, Carocci 2021.
Tra gli intervistati l’ architetto Stefano Boeri, monsignor Mario Enrico Delpini, la scrittrice Nadia Fusini, il giornalista Massimo Gramellini, il segretario del Pd ed ex presidente del Consiglio Enrico Letta, lo scrittore Giuseppe Lupo, la scrittrice Paola Mastrocola, il sociologo Luca Ricolfi e l'ex presidente della Camera Luciano Violante.
Tutti concordano che studiare le lingue antiche implica un esercizio intellettuale straordinario, ovvero la possibilità di sollecitare le proprie capacità logiche, l’esercizio traduttivo educa di fatto al problem- solving, ciò ha favorito lo sviluppo di alcune abilità cognitive, basilari per affermarsi nelle proprie professioni.
di ISABELLA CASTAGNA