Il mercato delle fotocopie illegali alimenta un giro d’affari a molti zeri
Il mercato delle stampe dei libri universitari fotocopiati in modo illegale vede le copisterie inventare trucchi sempre più accurati nell’occultamento degli stessi.
Dopo la stretta avvenuta a Roma da parte degli inquirenti, gli studenti si spostano nelle copisterie di altre città.
Alcuni dei trucchi utilizzati per occultare i testi da fotocopiare
La maggior parte delle copie illegali sono conservate modo digitale come ad esempio:
Hard disk disattivabili a distanza in modalità wi-fi anche da remoto nel caso ci fosse la necessità.
Pennetta usb.
File su pc con codici alfanumerici per depistare.
E ancora:
Volumi nascosti nei cestini della raccolta carta.
Volumi nascosti nelle auto parcheggiate fuori dal negozio.
Spesso gli studenti mettono insieme i soldi per comprare un libro di testo per poi fotocopiarlo per tutti oppure c’è chi lo prende in prestito dalla biblioteca universitaria o comunale per poi farlo fotocopiare in copisteria.
Questa soluzione alternativa fa comodo un po’ a tutti gli studenti: consideriamo che, per un libro fotocopiato, il costo sarà di circa 1/3 del prezzo di copertina.
La legge che regolamenta i diritti d’autore non vieta la riproduzione di questi libri, ma la delimita con finalità ad “uso personale”, previo pagamento forfettario alla Siae a cura di ciascuna copisteria, per una riproduzione che non supera il 15% dell’opera.
La legge 248/2000 sulle "Nuove norme di tutela del diritto d'autore", sancisce che la riproduzione per uso personale non deve superare il 15% dell’opera, pena la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 2.582 euro a 15.493 euro. Sarà punito anche chi acquista, con una sanzione amministrativa che è pari al doppio del costo dell’opera in causa, in misura non inferiore a 103 euro.
di CARLO VARALLO
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