La nuova psicopatologia del millennio richiede strutture pronte a garantire percorsi di cure adeguate
IAD, acronimo di Internet addiction disorder, oppure semplicemente, la dipendenza da internet, termine coniato dal medico Ivan Goldberg nel 1995, il quale diffuse in rete un questionario al riguardo, che riscontrò forte interesse tra gli utenti e accese discussioni tra i clinici, che si sono confrontati nell'avvalorare o nel contestare la teoria dell'esistenza della nuova psicopatologia del millennio.
Nasce spontanea la richiesta di strutture adeguate per fronteggiare tale situazione prima che diventi un'emergenza nel sociale.
A tal riguardo l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha annunciato la prima mappa dei centri specializzati per i disturbi legati all’uso di internet consultabile a questo indirizzo.
99 centri distribuiti sul territorio nazionale di cui 83 offerti tramite il Servizio Sanitario Nazionale e 16 tramite il privato sociale.
Il servizio ancora molto giovane evidenzia discrepanze nella dislocazione delle strutture:
Lombardia (per il nord)
Marche (per il centro)
Sardegna (per il sud e le isole)
Figure professionali
I centri territoriali si avvalgono di diverse figure professionali addette al percorso riabilitativo dei soggetti seguiti.
psicoterapeuti (29%);
assistenti sociali ed educatori professionali (entrambi 16%);
medici specialisti in psichiatria o neuropsichiatria (15%).
Programmi riabilitativi offerti dai centri
sostegno psicologico
psicoterapia individuale
sostegno psicologico ai familiari
Roberta Pacifici, direttrice del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS, ha commentato così:
“Offrire agli utenti alle prese con un uso problematico da internet un aiuto per indentificare subito il servizio più idoneo può favorire un più facile accesso alla presa in carico e al trattamento di questa dipendenza e prevenire così la cronicizzazione del disagio”.
di CARLO VARALLO
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