L’ente Governativo Statunitense Food and drug administration lancia l’allarme: questo tipo di tamponi serve a rilevare la proteina spike
L’ente Governativo Statunitense Food and drug administration, lancia l’allarme: “I primi dati di uno studio che stiamo conducendo suggeriscono che i test antigenici (i cosiddetti rapidi, ndr) rivelano la variante Omicron, ma potrebbero avere una sensibilità ridotta”.
Sembrerebbe quindi che la nuova variante del virus Covid-19 potrebbe sfuggire ai tamponi fai da te e rapidi.
Lo studio condotto da National Institutes of Health’s Rapid Acceleration of Diagnostics inatiative, si è basato sull’analisi di campioni di virus prelevati da pazienti con l’infezione in corso.
Pablo Penaloza-MacMaster della Northwestern University Feinberg School of Medicine ci spiega come “molto dipende dall’antigene che il tampone prova a rilevare. Se cerca nei nucleocapsidi (la struttura proteica che racchiude e protegge dall’esterno l'acido nucleico del virus e il genoma virale contenuto al suo interno, ndr) è meglio, perché la proteina virale muta meno di quella spike”.
In altre parole, per avere un risultato attendibile, bisogna capire quale tipo di antigene ricerca il tampone che stiamo effettuando.
I tamponi comunemente utilizzati vanno a ricercare la proteina spike, e nel caso di infezione da variante Omicron, non è più presente all’interno del nostro organismo: ed è proprio in questo modo che il tampone non riesce a dare un risultato attendibile.
Come sottolinea FDA, se un soggetto accusa sintomi Covid, nonostante il risultato negativo del test rapido, è bene sottoporsi ad un tampone molecolare, l’unico test in grado di garantire la minor percentuale dei cosiddetti “falsi negativi” .
di VALENTINA ZIN
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