Galimberti: i giovani prendano in mano la loro vita,riponendo nel cuore un sogno quale progetto da realizzare,riappropriandosi del loro futuro e riaccendendo passione ed ambizione senza mai arrendersi
- La Redazione
- 8 ore fa
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L’unico modo per i giovani di oltrepassare il nichilismo, pertanto, sarà quello di abbandonarsi alla corrente della vita, non più come spettatori ma come…

Gli adolescenti, sempre più alla ricerca dell’eccellenza e della perfezione, sembrano non riuscire più a vivere la loro gioventù con quella leggerezza e spensieratezza che invece dovrebbe connotare quella particolare fase della loro vita nella quale poter iniziare a progettare, sperimentando creatività ed estro.
La presenza di genitori iperprotettivi ed eccessivamente ansiosi ha senza dubbio peggiorato la situazione: l’aver a tutti i costi facilitato e semplificato la vita dei giovanissimi ha sicuramente determinato delle ripercussioni negative nei confronti delle nuove generazioni, e ciò sia in termini di slancio propositivo, venendo meno la passione e l’ambizione, sia in termini di autonomia ed indipendenza, diventando sempre più difficile per i figli abbandonare il proprio nido, dovendo rinunciare a comodità ed agio guadagnati senza alcun sacrificio.
Il filosofo, saggista e psicoanalista Umberto Galimberti, a tal fine, si pone un’importantissima domanda: “È possibile oltrepassare il nichilismo e soprattutto la ricaduta sui giovani della sua atmosfera che fa ripiegare ogni senso su se stesso, che spegne ogni iniziativa, che cancella ogni prospettiva, che inoltra in quella notte buia e così poco rassicurante dove il futuro si fa incerto e ogni slancio vitale implode?”.
L’unico modo per i giovani di oltrepassare il nichilismo, pertanto, sarà quello di abbandonarsi alla corrente della vita, non più come spettatori ma come naviganti, a prescindere dalla meta che si intenda raggiungere.
Solo mettendosi alla prova, rinunciando alla meta, godendosi il viaggio più che destinazione, le nuove generazioni saranno in grado di affrontare le avversità, non facendosi schiacciare dai momenti difficili, ma anzi riuscendo a costruire il proprio cammino tenuto conto dell’indecifrabilità del destino, non dovendosi più affidare alla divina provvidenza.
I giovanissimi, dunque, dovranno sempre guardare oltre l’orizzonte, così potendo ritornare ad essere felici, senza mai dimenticare la differenza esistente tra l’attesa e la speranza.
“Nell’attesa non c’è durata, non c’è organizzazione del tempo, perché il tempo è divorato dal futuro che risucchia il presente a cui toglie ogni significato, perché tutto ciò succede è attraversato dal timore e dall’angoscia di mancare l’evento. La speranza, invece, guardando più lontano e ampliando lo spazio del futuro, distoglie l’attesa dalla concentrazione sull’immediato e dilata l’orizzonte”, così come ci spiega dettagliatamente Umberto Galimberti.
Mentre l’attesa è passiva perché il tempo è vissuto come qualcosa di indecifrabile, che viene verso di noi, la speranza, invece, ci spinge verso il tempo e permette la nostra autorealizzazione.
I giovani, dunque, si riapproprino del loro futuro, prendendo in mano la loro vita, senza nutrirsi di attese, speranze o auspici, senza farsi sopraffare dalla disperazione o dalla rassegnazione, ma riponendo nel proprio cuore un sogno che non è altro che un progetto da realizzare, senza mai scoraggiarsi, ma anzi sperimentando passione ed ambizione, imparando l’arte del vivere e non dimenticando mai che la perfezione non esiste e che nella vita si può anche cadere e che la cosa più importante rimane sempre saper rialzarsi.
di VALENTINA TROPEA