Il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha firmato nella giornata di ieri l’Atto di indirizzo per il rinnovo contrattuale del triennio 2019-2021 per il personale del comparto dell’Istruzione e della Ricerca.
Nella premessa del documento si legge che “Perché la Scuola si rinnovi è cruciale l’apporto dei Docenti e di tutto il personale, quale che sia l’inquadramento professionale e la tipologia del contratto di lavoro. Punti di riferimento per il raggiungimento di tali obiettivi saranno il “Piano nazionale di ripresa e resilienza” e il “Patto per la Scuola al centro del Paese” nonché il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” del 10 aprile 2021.”
Il contratto relativo al comparto Istruzione e Ricerca sarà articolato in una parte comune e in più sezioni speciali, una per ciascuno dei precedenti comparti contrattuali. Esso, provvederà, compatibilmente con le risorse disponibili a legislazione vigente, tra l’altro, a:
disciplinare un sistema strutturato di formazione per tutto il personale;
valorizzare il personale, anche attraverso forme di incentivazione alla formazione e all’impegno nelle attività di sostegno all’autonomia scolastica;
rafforzare gli strumenti di dialogo e di partecipazione tra l’Amministrazione e le rappresentanze del personale;
rivedere i sistemi di classificazione professionale individuando soluzioni innovative orientate all’adeguamento dei processi lavorativi e alla valorizzazione delle professionalità necessarie per lo svolgimento delle attività di ricerca, formazione, gestione e trasferimento, in un mutato contesto sempre meno ingessato, ma più dinamico, qualificato e internazionale. Valuterà l’ARAN in tale rivisitazione le modalità ritenute più idonee per la valorizzazione di posizioni e ruoli non dirigenziali per i quali siano richiesti più elevati livelli di autonomia e responsabilità gestionale e/o più elevate competenze professionali o specialistiche in armonia con quanto chiarito nelle sezioni speciali che seguono;
adeguare, nel limite delle risorse a tale fine disponibili le retribuzioni complessive del personale delle Università, degli Enti pubblici di ricerca, delle Istituzioni AFAM e delle Istituzioni scolastiche ed educative, anche tenendo conto di quanto previsto dai commi 297, 309 e 310 dell’articolo 1 della legge 30 dicembre 2021, n. 234, nonché delle specificità e del valore professionale richiesto per l’espletamento delle loro funzioni, anche in relazione a analoghe realtà europee e prevedere, altresì, strumenti contrattuali specifici che agevolino, nei limiti delle norme di legge, la flessibilità, l’interscambio e la mobilità, anche europea ed internazionale, fra organizzazioni pubbliche e private operanti sugli stessi domini scientifici, tecnologici, artistici;
completare il recepimento della Raccomandazione della Commissione Europea dell'11 marzo 2005 riguardante la Carta Europea dei ricercatori e il Codice di Condotta per l'Assunzione dei Ricercatori (2005/251/CE), anche tenendo conto delle indicazioni contenute nel documento European Framework for Research Careers e degli sviluppi successivi della normativa Europea in tema di Spazio Europeo della Ricerca di cui all’articolo 179 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea (Comunicazione della Commissione 2020/628/CE e Conclusioni del Consiglio europeo del 28.5.2021). Al riguardo, dare attuazione alle disposizioni del decreto legislativo 25 novembre 2016 n. 218 recante “Semplificazione e attività degli enti pubblici di ricerca ai sensi dell’art. 13 della legge 7 agosto 2015, n.124”;
valorizzare il merito e la valutazione del personale in attuazione delle vigenti norme, evitando forme di corresponsione generalizzata dei trattamenti accessori definiti in sede integrativa.
di VALENTINA ZIN
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